I SENEGALESI CONFERMANO MACKY SALL
(5 Marzo 2019)
DAKAR.
I senegalesi han confermato in carica fin dal primo turno il Presidente della Repubblica uscente Macky Sall: secondo i dati provvisori resi noti il 28 febbraio dalla Commission Nationale de Recensement des votes (CNR), presieduta dal giudice Demba Kandji, Su 6.683.043 iscritti nei registri elettorali, 4.426.444 hanno votato il 24 febbraio scorso, pari ad una partecipazione del 66,23%.
Nelle elezioni del 2012 la partecipazione fu di poco superiore al 52%.
Macky Sall ha raggiunto il 58,27% dei voti validamente espressi, pari a 2,5 miliioni di voti, mentre i suoi principali avversari, Idrissa Seck, il 20,50% e Ousmane Sonko il 15,67%.
I rivali non hanno accettato l’esito delle elezioni, ma hanno escluso un ricorso: Il principale avversario di Sall, l’ex Primo Ministro Idrissa Seck, ha dichiarato, al termine d’un vertice con gli altri pretendenti: «E’ evidente che il Presidente ha confiscato la volontà del popolo senegalese e sarà il solo ad affrontarne le conseguenze sia dinanzi ai senegalesi che di fronte alla storia.»
Il 5 marzo, il Consiglio Costituzionale, come previsto, ha avallato l’esito delle urne: di conseguenza, il prossimo 1° aprile Macky Sall presterà giuramento per un nuovo mandato. Commentando la sentenza del CC il presidente rieletto ha detto di lavorare per l’unità del paese, di tendere la mano a tutte le forze politiche e sociali che mostreranno la volontà di collaborare col governo e di aspettarsi un contributo costtruttivo dagli ez Presidenti Abdou Diouff e Abdoulaye Wade.
Da notare che, in occasione di queste elezioni, né il Partito Socialista, né il Partito Democratico, le due formazioni politiche che a lungo hanno dominato la scena politica nazionale, hanno presentato propri candidati.
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MACKY SALL.
Nato nel 1961, ingegnere geofisico di professione, fu chiamato nel 2004 a presiedere il governo dopo che il Premier Idrissa Seck aveva rassegnato le dimissioni, dal Presidente Abdoulaye Wade (2000-2012).
Successivamente, nel 2008 uscì dall’amministrazione e dal partito di Wade per fondarne uno proprio: l’alleanza per la Repubblica (APR): col suo appoggio, si presentò alle presidenziali del 26 febbraio 2012, piazzandosi al secondo posto dopo il primo turno.
difatti, a sorpresa, ottenne il 26,58% dei voti contro il 34,81% conquistato dal Presidente uscente Abdoulaye Wade.
Nel confronto a due per il ballottaggio, prevalse con un netto 65,80% sull’anziano leader del Partito Democratico che si complimentò per il successo riportato.
Poliglotta, ritenuto complessivamente onesto, si è impegnato molto per ridurre la disoccupazione e combattere la corruzione, mali endemici del Senegal, pur in un contesto che fa del paese africano, uno degli esempi più riusciti di democrazia.
Durante l’ultima campagna elettorale Sall ha puntato tutte le sue carte sui progetti per la creazione di nuove infrastrutture ed ha più volte sottolineato che sotto il suo governo il Senegal ha fatto molti progressi in campo economico: per esempio il PIL è cresciuto del 6% all’anno.
Tra le principali infrastrutture in costruzione vi sono un nuovo aeroporto ed un’autostrada, mentre carenze si registrano ancora nel sistema d’istruzione, nella sanità e nella creazione di posti di lavoro.
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IL SENEGAL.
Divenuta indipendente il 4 Aprile 1960, la Repubblica del Senegal si è caratterizzata per la sua stabilità e per la correttezza della sua vita politica. diversamente da quanto accaduto in altri Stati della regione ovest-africana, il paese non è mai stato dominato dalle forze armate e i suoi quattro presidenti hanno evitato eccessi autoritari.
Situata sulla costa occidentale dell’Africa, circonda col proprio territorio il piccolo Stato del Gambia, ex possedimento britannico, con cui fu tentata un’unificazione (1982-1989) poi fallita. Nel suo quasi sessantennio di vita ha dovuto fronteggiare, all’interno, il Mouvement des forces démocratiques de Casamance (MFDC) che ha promosso un conflitto di lunga durata, costellato di scontri ed uccisioni andato avanti per decenni, soprattutto nell’ultimo ventennio del Novecento, che ha dato del filo da torcere alle forze armate senegalesi. gli abitanti della Casamance ritengono d’essere sfavoriti nella distribuzione delle risorse e d’essere senegalesi di Serie B.
Molto violenta fu, tra il 1989 ed il 1991, la guerra di frontiera con la Mauritania: causa scatenante, la gestione delle acque del fiume Senegal che fa da confine tra i due Paesi.
Gli scontri armati provocarono morti, feriti e rifugiati ed episodi di cruda brutalità: soprattutto si riacutizzò il cronico conflitto tra la componente arabizzata della società mauritana e quella di discendenza africana.
Con una popolazione di 16,6 milioni d’abitanti, distribuiti su una superficie complessiva di 196.722 KMQ, ha conosciuto nei decenni una considerevole migrazione in Europa, dove molti senegalesi hanno trovato un’accoglienza talvolta problematica.
La sua economia è piuttosto diversificata: oltre a prodotti agricoli di esportazione, come le arachidi, vi sono anche industrie, Dakar è un importante porto franco e sono state reperite interessanti riserve di materie prime minerali, come fosfati e petrolio.
Oggi, il Senegal sembra attraversare un buon momento economico: c’è da sperare che le turbolenze in politica non ne pregiudichino le prospettive future.
PIER LUIGI GIACOMONI