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GRECIA. PER MITSOTAKIS, BUONA LA SECONDA
(28 Giugno 2023)

ATENE. Dopo due elezioni politiche, nel rapido volgere d’un mese, Kyriakos Mitsotakis ottiene ciò che vuole fin dall’inizio: la maggioranza assoluta.

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DUE ELEZIONI

1. 21 MAGGIO, VOTO PROPORZIONALE

I greci, infatti, vengon chiamati alle urne il 21 maggio per rinnovare il parlamento, ormai vicino alla scadenza del mandato quadriennale, perché le precedenti politiche si eran tenute il 7 Luglio 2019.

In un primo momento, si era ipotizzato di convocare i cittadini per il 9 aprile, ma le conseguenze del disastro ferroviario di Tempe, di cui si parlerà più oltre, avevano consigliato di spostare l’appuntamento elettorale.

La legge che presiede a quello scrutinio prevede che ad ogni lista sia attribuito un numero di seggi corrispondente ai voti effettivamente ottenuti: agli elettori è attribuita la facoltà d’assegnare preferenze ai candidati in corsa.

per le liste meno votate è previsto uno sbarramento minimo del 3%: chi non supera quest’ostacolo è escluso dalla ripartizione dei 300 seggi della Boulé.

Dalle urne emerge chiara vincitrice Nuova Democrazia, che col 40,8% elegge 146 deputati.

Seconda si piazza Syriza col 20,1% e 71 seggi. Terzo il Pasok che con l’11,5% consegue 41 mandati. Completano il quadro il KKE (comunisti) col 7,2% (26) e Soluzione greca (destra) che prende il 4,5% e 16 seggi.

Rimangono fuori dall’aula moltissime altre liste per un ammontare complessivo del 16% dei voti validamente espressi.

Come d’abitudine, il giorno seguente, la presidente della Repubblica, Ekaterini Sakellaropoulou, riceve in rapida successione i leader dei tre partiti con maggior seguito: tutti rifiutano la carica di primo ministro, quindi è obbligatorio nominare un esecutivo tecnico che diriga gli affari correnti fino alle nuove elezioni generali fissate per il 25 giugno.

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SONDAGGI SBAGLIATI

Prima del voto di maggio, i sondaggi avevano previsto un testa a testa tra ND E syriza: per alcuni era in vantaggio la sinistra, per altri ND. Nessuno prevede che Mitsotakis e i suoi distanzino la coalizione guidata da Tsipras di 20 punti percentuali.
Così quando vengon pubblicati i risultati del voto, i giornali parlan di voto sorprendente.

Giustificazione di questi errori? Raramente i greci rispondon sinceramente ai sondaggisti oppure si trinceran dietro la segretezza del voto, dicon gli autori delle indagini sbagliate.

Prima dello scrutinio di giugno, le inchieste demoscopiche saran più caute.

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2. 25 GIUGNO, VOTO MAGGIORITARIO

Si torna, quindi, alle urne e stavolta la legge elettorale prevede che se il primo partito raccoglie almeno il 25% dei voti riceverà un premio di maggioranza di almeno 20 seggi. Se la percentuale crescerà il premio sarà più cospicuo, fin a 50 mandati in più.

Vige ancora lo sbarramento al 3% per le liste minori, ma come vedremo, i partiti che non entreranno alla Boulé conseguiranno solo il 6% delle schede.

Gli elettori non posson più esprimere preferenze, perché le liste sono bloccate.

Son ammessi al voto, come nelle precedenti consultazioni, i diciassettenni e i residenti all’estero.

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IL NUOVO QUADRO POLITICO

Dalle urne emerge:

1. un parlamento più frammentato (otto gruppi diversi);

2. una più forte componente di destra (32 seggi su 300);

3. una sinistra più frammentata (4 gruppi in lotta tra loro);

4. Nuova Democrazia con la maggioranza assoluta (158 seggi).

Conseguenza: Kyriakos Mitsotakis, 55 anni, leader di ND, giura come premier e vara un nuovo esecutivo.
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LE NOVITA’ DI GIUGNO

Ciò che il voto di giugno ha fatto emergere sono:

1. Il declino di Syriza che tocca il suo minimo storico (17,84% e 48 mandati): riesce a perdere Voti anche rispetto a maggio, sia in assoluto che in percentuale;

2. lo sbarramento del 3% non impedisce all’ultradestra d’entrare trionfalmente alla camera.

In questo ambito, emerge il brillante risultato degli spartani che, col 4,64% e 12 eletti, debutta sulla scena politica nazionale.

Seguono col 4,44 (12) soluzione greca, già presente nell’emiciclo e Niki (vittoria) che raccoglie il 3,79% (10).

Complessivamente l’estrema destra sfiora il 13% che è la percentuale che in passato aveva conseguito da sola Alba Dorata, la formazione neonazista messa fuori legge dalla magistratura nel 2020.

3. crolla la partecipazione: a maggio aveva votato il 60,9% del corpo elettorale, a giugno il 52,82%: ciò probabilmente ha favorito la destra a scapito della sinistra.

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E LA SINISTRA?

Detto di Syriza, risultano complessivamente statiche le altre forze progressiste:

1. Il Pasok, che governò la Grecia negli anni 80, 90 e parte dei 2000, si ferma al 12% ed elegge 32 parlamentari.

2. I comunisti del KKE confermano il loro 7,5% (20 seggi) come nelle precedenti elezioni.

3. Debutta alla Boulé una nuova formazione nata da una costola di Syriza che raccoglie il 3,17%, eleggendo 8 deputati.

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QUADRO FAVOREVOLE

Tutto facile, dunque, per Mitsotakis che può contare su un parlamento a lui molto favorevole.

Per ND lo scopo era quello di arrivare, come già detto, all’autosufficienza, ossia alla possibilità di formare un esecutivo monocolore. Tale obiettivo è stato centrato, raccogliendo voti anche in aree dove tradizionalmente in passato incontrava opposizioni.

In più, l’incremento dell’astensionismo ha favorito il raggiungimento di questo traguardo: sono stati persi dei voti ma non in percentuale.

La grande paura di Mitsotakis alla vigilia del voto era che il tema dell’immigrazione clandestina gli sottraesse consensi, avvantaggiando la destra radicale, da sempre contraria all’immigrazione.

Per questo, durante tutta la campagna elettorale, ha ripetuto che nessun altro partito è più patriottico del suo. Peraltro, la situazione parlamentare è tale che potrebbe perfino accadere che durante la legislatura dai banchi di destra possano venir dei voti a sostegno di singoli provvedimenti proposti dal governo.

Mitsotakis, è cosa nota, non è contrario all’ipotesi d’un accordo paneuropeo tra PPE ed euroconservatori per la formazione d’una commissione a Bruxelles controllata dalle forze di centro-destra a scapito di lberali e socialisti.

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NUVOLE NEL CIELO DEL PREMIER

Eppure, prima del doppio voto, non erano mancate nuvole nel cielo del premier.

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SCANDALI E DISASTRI

1. PEGASUS

Nell’agosto 2022, il leader del Pasok, Nikos androulakis rivela che il suo smartphone è infettato da uno spyware che controlla le sue telefonate, i messaggi e le email.

Il software si chiama pegasus, come il mitico cavallo alato: se si riceve una comunicazione da un cellulare infetto immediatamente tutto ciò che si svolge con quel dispositivo vien intercettato e spiato.

Da quanto si apprende, all’origine dello spionaggio, che coinvolge parlamentari, giornalisti, intellettuali, c’è una startup israeliana che produce lo spyware e diversi governi che la comprano e ne fanno uso: tra questi vi è anche Atene.

Per qualche tempo, sembra che Mitsotakis sia a un passo dalle dimissioni perché uno dei suoi più stretti collaboratori dirige i servizi segreti, poi però la vicenda passa in sencond’ordine.

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2. IL DISASTRO DI TEMPE

Il 28 febbraio 2023, presso la valle di Tempe in Tessaglia (Grecia centrorientale), due treni, un merci ed un passeggeri, si scontrano nottetempo. La collisione provoca un incendio che si estende a diverse carrozze dove si trovano giovani studenti che stan rientrando all’università di salonicco dopo le vacanze di Carnevale.

I soccorsi son immediati, ma dalle lamiere vengon estratti 57 cadaveri, mentre altre 85 persone son ricoverate negli ospedali con gravi ferite e ustioni.

questo, che è il più grave incidente nella storia delle ferrovie greche, è il frutto dei tagli e dei mancati investimenti nelle infrastrutture: dalle indagini emerge che il capostazione, che rischia l’ergastolo, ha instradato il convoglio passeggeri sulla stessa linea del merci che sta arrivando in senso contrario. Il presidente del sindacato dei macchinisti, nei giorni seguenti, denuncia la mancanza di sicurezza su questa linea: il sistema di controllo dei treni è ancora manuale, ovvero il traffico viene regolato telefonicamente dai capi stazione, che danno il via libera al passaggio dei convogli. I sistemi elettronici, che avrebbero potuto evitare la collisione, non funzionano. Mitsotakis, che in un primo momento definisce il disastro frutto d’errore umano, successivamente corregge il tiro riconoscendo «debolezze croniche” nel sistema ferroviario greco, i ritardi nella modernizzazione della rete ferroviaria colpita dalle misure d’austerità imposte dall’Unione europea in seguito alla crisi del 2010-18.»

Sebbene nel 2017, sotto il governo Tsipras, Atene abbia privatizzato le ferrovie, creando Hellenic Train al posto della compagnia di stato OSE, l’efficienza e la sicurezza dei treni greci non è migliorata.

Nei giorni successivi all’incidente, marce di protesta vengon promosse in numerose città elleniche con lo slogan «chiamami quando arrivi!», richiesta tipica d’un genitore in ansia quando i figli son in viaggio. La polizia tenta di disperder i dimostranti usando gas lacrimogeni e sfollagente.

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3. IL NAUFRAGIO DI PILOS

A dieci giorni dal voto un terzo tragico evento avrebbe potuto offuscare le prospettive di autosufficenza politica di Mitsotakis: il 14 giugno un’imbarcazione con a bordo forse 600 migranti provenienti dalla Turchia cola a picco nei pressi della località di Pilos (Peloponneso).

Nel naufragio sarebbero perite almeno 500 persone: secondo alcune fonti ciò sarebbe avvenuto perché la guardia costiera non presta soccorso all’imbarcazione dopo che questa si è rovesciata, benché, come ha amaramente commentato il Papa, «il mare fosse calmo».

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DATI ECONOMICI CONFORTANTI

Probabilmente, all’origine del successo di ND vi sono i buoni risultati fin qui ottenuti sul terreno dell’economia.

Già a maggio, alla vigilia delle prime elezioni generali, il Financial Times aveva scritto che «La Grecia è sulla via della ripresa». Ed è proprio sui dati macroeconomici che Mitsotakis ha insistito durante le campagne eletttorali per ottenere la riconferma.

Atene ha conosciuto un periodo di crescita economica piuttosto sostenuta ottenendo buoni risultati sul piano d’una minore disoccupazione, d’una buona crescita e d’un miglioramento del debito pubblico.

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1. MENO DISOCCUPATI

il tasso di disoccupazione si è più che dimezzato, rispetto al suo picco del 2015 passando dal 27,5% all’11%);

2. CRESCITA PRONUNCIATA

Nel 2023 la commissione europea prevede che il PIL DI Atene cresca del 2,4% (lo scorso inverno si ipotizzava un progresso solo dell’1,2%). Per il ’24 si prevede una crescita dell’1,9%.

3. maggiori investimenti ed avanzo primario.

Nel triennio 2022-24 Atene spicca per essere la prima classificata per gli investimenti e per l’avanzo primario, al netto degl’interessi sul debito pubblico. Al momento registra un avanzo primario del 2,5% e una riduzione del debito pubblico del 16,4% in rapporto al PIL entro la fine del prossimo anno.

Anche lo spread dei titoli di stato ellenici si è avvicinato a quelli di Italia e Spagna, ossia intorno ai 170 punti base rispetto ai bund tedeschi.

I critici però osservano che non tutte le categorie economiche han beneficiato dei miglioramenti del quadro economico e che la povertà è ancora molto diffusa così come vi sono grossi livelli di disuguaglianze tra i molto ricchi e i diseredati.

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UN SEMESTRE IMPORTANTE

Il primo semestre del 2023 si conclude con tre avvenimenti importanti nell’area dell’Egeo: tra febbraio e giugno si è votato a Cipro (presidenziali nella repubblica grecofona), in Turchia (presidenziali e legislative) e in Grecia.

L’area egeo-mediterranea è al centro di molti interessi a causa della presenza nei suoi fondali di grosse riserve d’idrocarburi, soprattutto gas: i tre paesi sono molto interessati a ricavarne il massimo profitto anche per diversificare le loro economie oggi fondate soprattutto sul turismo (il 20% del PIL greco interessa quest’ambito dell’economia).

Negli scorsi anni si è arrivati molto vicini ad un conflitto armato tra Ankara ed Atene per il possesso di alcune isole egee che il trattato di Losanna (1924) assegnò ai greci.

Ora, rinnovati i governi, passate le temperie elettorali, è possibile che si riavvii un dialogo tra i diversi attori sulla scena al fine d’evitare un aumento delle tensioni.

PIER LUIGI GIACOMONI

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