GIAPPONE
LA BANCA CENTRALE ABBANDONA I TASSI NEGATIVI
(22 Marzo 2024)
TOKYO. Con una decisione sorprendente, la banca centrale giapponese ha abbandonato i tassi d’interesse negativi: «La misura – scrive Nohara Yoshiaki su bloomberg.com – era stata adottata per incoraggiare i prestiti bancari, stimolare la domanda e alimentare l’inflazione.»
Ora che gli accordi pattuiti tra sindacati e datori di lavoro prevedono un aumento salariale medio del 5%, la BoJ prevede che vi sarà uno scatto dell’inflazione, oggi al 2%.
Il Governatore dell’istituto d’emissione Ueda Kazuo, 72 anni, in carica da un anno, ha tuttavia rassicurato, promettendo che monitorerà l’andamento dell’economia prima d’intervenire ulteriormente sui tassi e manterrà una politica ampiamente “accomodante”: «se dovessimo aumentarli ulteriormente in futuro – ha detto – lo faremo lentamente».
***
LA DELIBERA
BoJ, dunque, dal 19 marzo, pratica un tasso d’interesse variabile tra lo 0 e 0,1%; lo stesso giorno, Sumitomo Mitsui e Mitsubishi UFJ, due banche commerciali, han deciso di riconoscere ai clienti un compenso maggiore sui loro depositi.
Allo stesso tempo, la banca a deciso di non acquistare più titoli di stato, così come non inietterà più denaro in fondi che investono nel settore immobiliare e azionistico.
Questa politica, paragonabile al Quantitative Easing praticato dalla BCE durante la presidenza Draghi (2011-2019), era stata adottata per metter a disposizione delle imprese e delle famiglie liquidità, onde incoraggiarle a prender a prestito denaro a basso tasso d’interesse.
BoJ, in realtà, aveva nell’ultimo anno già ridotto i suoi interventi, favorendo la crescita dei tassi d’interesse, convinta che gli stimoli adottati stessero dando i frutti sperati.
***
COSA SIGNIFICA TASSI NEGATIVI?
La misura dei tassi negativi è stata adottata dalle principali banche centrali dopo la crisi del 2008 per stimolare l’economia: chi ha depositi presso gl’istituti d’emissione, deve pagare perché i suoi denari sian custoditi.
Il periodo 2012-2022 ha coinciso anche con un’epoca di bassi tassi d’interesse sui prestiti, mentre da due anni questi son aumentati in seguito alla politica praticata da Fed e BCE.
***
CRESCITA ASFITTICA
Tokyo, però, ha dipserato bisogno di riavviare la macchina dell’economia per uscire dalla stagnazione in cui naviga da tempo: nonostante l’Abenomics e la politica del “capitalismo diffuso”, annunciata dall’attuale premier Kishida Fumio, il tasso di crescita del PIL è quanto mai asfittico, perché non crescono i consumi delle classi medio basse, a causa dei bassi salari: BoJ, allora, tenta d’attirare capitali dall’estero, ma alcuni sostengono che soprattutto gl’investitori giapponesi preferiscono tenere fermi i loro depositi in Euro o Dollari, considerato che l’alto costo del denaro deciso da BCE e Fed li rende più remunerativi.
***
FA PIU’ PAURA LA STAGNAZIONE CHE L’INFLAZIONE
Mentre Europa e Stati Uniti son prevalentemente preoccupati per la ricomparsa dell’inflazione che ha toccato tra 2022 e 2023 anche il 10%, in Giappone si ha più paura della stagnazione: un certo livello d’inflazione infatti rilancia l’economia, innescando la dinamica prezzi-salari.
Per questo i recenti accordi, che menzionavamo all’inizio, facendo aumentare i salari, incoraggian a sperare in un progressivo aumento dei consumi e quindi in una spinta alla crescita.
PIER LUIGI GIACOMONI