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IL GHANA AVRA’ UN NUOVO PRESIDENTE
(24 Dicembre 2016)

ACCRA. Il 9 Gennaio 2017 presterà giuramento ed assumerà l’incarico il nuovo Presidente della Repubblica del Ghana.

Sarà Nana Dankwa Akufo-Addo, leader del partito liberal-conservatore New Patriotic Party (NPP), che lo scorso 7
dicembre ha vinto trionfalmente le elezioni presidenziali.
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I risultati. Secondo i dati forniti il 9 dicembre dalla Commissione Elettorale Indipendente ed accettati anche
dagli sconfitti, Nana Akufo-Addo ha ottenuto 5.716.026 preferenze, pari al 53,85% mentre il suo principale
avversario John Dramani Mahama, Presidente uscente e candidato del National Democratic Congress (NDC), ha raccolto
4.713.277 voti, pari al 44,40%.

Nelle elezioni per l’Assemblea Nazionale (275 seggi), svoltesi lo stesso giorno,l’NPP ha ottenuto 171 mandati,
mentre l’NDC ne ha raccolti 104.

La partecipazione al voto è stata alta: ha votato il 68,6% del corpo elettorale convocato e lo scrutinio è stato
considerato dalla Comunità internazionale “libero, credibile e trasparente”.

Cambia tutto, quindi, ad Accra in modo pacifico, dimostrando quindi che anche nel continente nero vi può essere
una democrazia matura che gestisce senza drammi la transizione tra un’amministrazione e l’altra.
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La campagna elettorale. In un primo momento le elezioni avrebbero dovuto tenersi il 7 novembre , ma la corte
suprema dispose un rinvio a dicembre perché la commissione elettorale aveva squalificato ben 13 dei 16 candidati
alle presidenziali, sostenendo che vi erano stati vizi di forma nella presentazione delle candidature.

Gli squalificati, invece, ribattevano che le decisioni della commissione elettorale erano politicamente motivate e
miravano ad avvantaggiare il Presidente in carica.

La Corte Suprema, ha riammesso gli esclusi spianando la strada per il voto, inoltre è stato rimpiazzato il
Presidente della Commissione elettorale puntando su una figura di garanzia e d’indipendenza.

«L’attuale stagione elettorale – scrive il quotidiano nigeriano the Vanguard – non è stata solo caratterizzata dai
soliti cortei colorati, chiassose marce musicali con gente che balla, ma anche da un mucchio di polemiche ed accuse
di corruzione: questo fantasma non è mai stato seppellito definitivamente fin dal primo colpo di stato, avvenuto
cinquant’anni fa.»

Nana Akuffo-Addo, 73 anni, alla sua terza candidatura presidenziale, ha promesso che sotto il suo governo
aumenteranno i posti di lavoro e che migliorerà la situazione economica del Paese.

Il Presidente John Dramani Mahama, dal canto suo, ha promesso un impegno speciale per l’attuazione dei progetti di
sviluppo delle infrastrutture.

«Altrove – nota sempre the Vanguard – qualcuno ha sostenuto che le elezioni nei Paesi africani sono delle guerre
civili senz’armi. Questo potrebbe non essere esattamente lo scenario del Ghana, ma in altri Stati della Regione c’è
al momento un tale livello di tensione da far temere che possano esplodere sanguinosi conflitti.

In effetti, la storia dell’Africa Occidentale è stata segnata negli ultimi decenni da una lunga serie di guerre
civili che sono scoppiate dopo la pubblicazione di risultati elettorali non accettati da chi aveva perso.

Di conseguenza, l’ECOWAS (La comunità economica dell’africa Occidentale) ha adottato il “Protocollo sulla buona
amministrazione e le elezioni libere e credibili ” e sta insistendo, come di recente in Gambia, per una transizione
pacifica tra un governo eletto e l’altro.

Il Ghana, dal varo della Terza repubblica nel 1993, è al settimo appuntamento elettorale consecutivo, dopo decenni
di dittatura militare, tuttavia, malgrado questa robusta tradizione democratica, alcuni osservatori segnalano che i
partiti si sono dotati ultimamente di gruppi di autodifesa che inquietano perché possono preludere ad esplosioni di
violenza politica.
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L’economia. Il Ghana è un Paese relativamente prospero, considerato il contesto geopolitico in cui si trova.

ricco d’oro, manganese, bauxite e diamanti è divenuto recentemente produttore di petrolio, ricavato soprattutto al
largo delle sue coste. E’ inoltre il secondo produttore mondiale di cacao, alle spalle della costa d’Avorio.

Patisce una grave carenza nelle infrastrutture: frequenti, infatti, sono le interruzioni nell’erogazione della
corrente elettrica e carente è l’assistenza sanitaria.

Il costo della vita è in aumento a causa della svalutazione della moneta nazionale, il Cedi e la crisi economica è
dilagata nell’ultimo biennio a causa del crollo dei prezzi delle materie prime d’esportazione.

Secondo la Banca Mondiale, il 25% della popolazione vive ancora al di sotto della soglia di povertà.

Il reddito pro capite è pari a $1.480 (2015), ma uno studio dell’Unicef dello stesso anno rivela che circa 3,5
milioni di bambini e ragazzi vivono nella povertà e 1,2 milioni tra loro soffrono di denutrizione.

Tra la popolazione è diffusa la convinzione che la classe politica sia corrotta e che ciò pregiudichi l’ulteriore
sviluppo del Paese.
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Il Ghana. L’ex Colonia britannica della costa d’Oro divenne indipendente il 6 marzo 1957: fu il primo stato
dell’Africa sub-sahariana a raggiungere questo importante traguardo.

Con una superficie di 238.540 kmq ed abitato da 27,4 milioni di persone, ha avuto una storia molto agitata.

Dopo il regime di Francis Nwia-Kofi Ngonloma, noto col nome di Kwame Nkrumah (1909-1972), fu sottoposto ad una
serie di regimi militari, dal 1966 al 1993. Durante l’epoca di Nkrumah si registrarono notevoli progressi nel campo
della salute e dell’istruzione, ma anche un forte accentramento del potere nelle mani del leader che arrivò a
autodefinirsi il Redentore. Rovesciato Nkrumah con un putsch militare il 24 febbraio 1966, la situazione non
migliorò, al punto che fu tutto un susseguirsi di colpi di stato e brevi amministrazioni civili. Nel 1993 il
colonnello John Jerry Rawlings, uomo forte del Paese fin dal 1979, reintrodusse la democrazia e le elezioni.

Sotto molti aspetti il Ghana rappresenta un’eccezione per l’Africa, ma forse anche un motivo di speranza.
Il continente che più di altre aree del mondo soffre di mali endemici come il dispotismo cleptomane di tiranni
inamovibili, la violenza di bande organizzate che brutalizzano la popolazione, la fame, il sottosviluppo,
l’ineguaglianza più sfacciata può guardare a questo piccolo lembo di terra come ad un posto dove la libertà, il
rispetto dei diritti dell’uomo e il libero confronto di idee sono cosa abituale.

Certo, nulla è acquisito per sempre ed anche in Ghana, come abbiamo visto, ci sono problemi, ma l’applicazione
pratica della democrazia, con tutto ciò che ne consegue, è condizione necessaria per uscire dal sottosviluppo
cronico.

PIER LUIGI GIACOMONI

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