FALLITO IL GOLPE NEL BURKINA FASO
(24 settembre 2015).
OUAGADOUGOU. Il colpo di Stato in Burkina Faso, in un primo momento riuscito, è in realtà fallito. Più esattamente: in un primo momento i golpisti avevano – come avevamo scritto qui nei giorni scorsi – preso il potere, poi però si è mossa la diplomazia internazionale, in particolare la Francia e la comunità degli stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO).
Parigi, che evidentemente non spalleggiava Gilbert Dienderé e il suo reggimento per la sicurezza presidenziale, ha accettato d’ospitare presso la sua ambasciata di Ouagadougou il deposto-reinstallato presidente Michel Kafando, dopo che questi era stato liberato dalla prigionia che gli era stata imposta nei giorni del putsch; la CEDEAO ha deciso d’affidare al presidente del Senegal l’incarico di risolvere l’intricata crisi politica.
Alla fine, dopo una complessa negoziazione, i golpisti si sono ritirati, il presidente della transizione Kafando ed il suo primo ministro sono stati reinstallati al potere.
Ora occorrerà capire se le elezioni presidenziali e legislative previste per l’11 ottobre prossimo saranno rimandate più in là o se tutto procederà come stabilito.
Morale della favola? A noi pare che l’epoca dei golpe in Africa sia alle nostre spalle e che il desiderio di democrazia prevalga sulle prepotenze dei corrotti.
ci auguriamo, inoltre, che si faccia definitivamente luce sulle circostanze della morte di Thomas Sankara, ucciso nel sollevamento militare del 15 ottobre 1987: come scriveva Le Monde nei giorni scorsi, durante il regime di Blaise Compaoré l’argomento era un tabù e nessuno poteva parlarne senza correre dei rischi.
PIERLUIGI GIACOMONI