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FALLITO GOLPE IN BURUNDI
(16 maggio 2015).

BUJUMBURA. Il fallito colpo di Stato di questi giorni fa temere che nel Burundi il fragile equilibrio che si è instaurato dopo gli accordi di Arusha del 2000 possa esser perturbato da nuove tensioni.
L’insurrezione militare è stata vinta, ma ora giungono notizie di retate repressive nei confronti di quanti han festeggiato all’annuncio del golpe. si sa che i militari fedeli al Presidente Nkurunziza stanno rastrellando i quartieri di Bujumbura dove s’annida l’opposizione, si sa che alcuni soldati ribelli, ricoverati in ospedali sono stati prelevati da poliziotti armati, si sa che le radio private sono state chiuse e date alle fiamme nei giorni dell’incertezza.
Si sa anche che il Presidente Nkurunziza, malgrado le pressioni degli Stati africani vicini e lontani, non intende né rinviare le elezioni, né rinunciare ad una terza candidatura.
Proprio questa decisione ha innescato le proteste popolari che han fatto da preludio al mancato putsch.
In seguito al quale – si dice – 100 mila persone han cercato rifugio nei paesi vicini per timore di nuove violenze.

PIERLUIGI GIACOMONI

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