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EL SALVADOR. NAYIB BUKELE RIELETTO PRESIDENTE
(7 Febbraio 2024)

SAN SALVADOR. Nayib Armando Bukele Ortez rieletto Presidente della Repubblica di El Salvador con una maggioranza schiacciante: circa l’85% dei voti validamente espressi.

Concretamente, secondo il sito del Tribunal Supremo Electoral, Nuevas Ideas, il partito di governo, ha raccolto 1,6 milioni di voti su 1,9 milioni scrutinati, il 60% del totale.

Già domenica 4 Febbraio, a sera, comparendo al balcone del Palacio Nacional, bukele si era autoproclamato vincitore davanti a una folla festante, ancor prima che il TSE rendesse noto l’esito del voto.

In precedenza, durante una conferenza stampa coi giornalisti stranieri, se l’era presa con George Soros, il New York Times, El País e le ONG che difendono i diritti umani.

Bukele infatti rivendica d’aver stroncato l’attività delle pandillas, le bande criminali che da anni spadroneggiano in America Centrale ed in Salvador in particolare.

La sua ricetta è semplice: rinchiudere tutti coloro che a vario titolo presuntamente appartengono alle Maras, in un carcere costruito in fretta e furia fuori San Salvador.

Si calcola che al momento in questo centro di detenzione risiedano almeno 75.000 persone senza alcuna possibilità di comunicare con l’esterno e senza certezza d’aver un giorno un processo equo.

Se queste misure estreme han consentito di ridurre al minimo gli omicidi che fin al 27 marzo 2022, giorno della proclamazione dello stato d’emergenza, eran numerosissimi, dall’altro pongon il problema di cosa succederà quando il regime d’eccezione dovrà esser abolito.

Poiché non son state rimosse le cause socioeconomiche che favoriscon il diffondersi della mentalità e delle pratiche mafiose, senza contare che le prigioni di fatto son in mano alle maras, il rischio è che un domani il problema possa riproporsi.

Per il momento, Bukele gode d’un larghissimo consenso che gli ha permesso di concentrar nelle proprie mani un vasto potere: controlla il legislativo, la corte suprema, la stampa, eccetto il periodico on line El Faro, la cui redazione è emigrata in Costa Rica e i cui giornalisti son stati spiati con Pegasus, un software di produzione israeliana, impiegato da altri regimi forti per controllare gli avversari politici.

Inoltre, molti leader sudamericani vorrebbero imitarlo:

• Daniel Noboa, Ecuador, pensa di creare delle prigioni galleggianti in cui rinchiudere i narcotrafficanti che operano nel Paese ed ancorarle a 120 chilometri dalla costa;

• Xiomara Castro, Honduras, nel novembre 2022 ha decretato lo stato d’emergenza ed assegnato alle Forze armate il compito di gestire le carceri; sogna di deportare i detenuti in un’isola che si trova a 200 chilometri dalla terraferma;

• Javier Milei, Argentina, ha già più volte elogiato il salvadoregno;

• Daniel Ortega, Nicaragua, non cessa di perseguitare i suoi oppositori incarcerandoli o mandandoli in esilio all’estero.

• lo stesso fa Nicolás Maduro in Venezuela.

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CAOS DURANTE LO SPOGLIO DELLE LEGISLATIVE

«In El Salvador – scrive Beatriz Guillén[1] – ci sono due velocità elettorali. Nayib Bukele è uscito domenica alle sette del pomeriggio, due ore dopo la chiusura delle urne, per annunciare che il suo partito, Nuevas Ideas, aveva ottenuto 58 dei 60 deputati all’Assemblea legislativa. Tuttavia, martedì [6 febbraio] il paese non aveva ancora i risultati ufficiali. Il Tribunale Supremo Elettorale ha riconosciuto in una conferenza stampa che il sistema di riconteggio preliminare è andato in tilt la notte delle elezioni, quindi solo il 5% dei documenti ha potuto essere esaminato.

Di conseguenza, non si sa come saran distribuiti i seggi nell’Assemblea, organo chiave del governo Bukele, e tutte le urne dovranno essere riaperte per lo spoglio manuale.

Da lunedì notte le urne provenienti da tutti i 14 dipartimenti (province) di el Salvador sono state trasferite in un magazzino del TSE per essere conteggiate una per una.

L’ultima volta che si è verificata una cosa del genere, nel 2015, interessò solo, si fa per dire, San Salvador, il comune più grande della repubblica: ci volle quasi un mese per scrutinare tutti i voti.

Il sistema per l’elezione della Legislativa è piuttosto complesso:

• l’elettore può dare la preferenza a una lista e ad un candidato inserito in essa;

• può però avvenire che un votante scelga un partito ma dia anche il voto a candidati di altre liste (voto crusado).

si calcola che il 5% delle schede rechino questa doppia scelta.

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NAYIB BUKELE

Nato nel 1981, quinto figlio di Armando Bukele, un influente uomo d’affari che fondò alcune delle prime moschee dell’America Latina, debutta in politica nel 2012 quando è eletto sindaco di Nuevo Cuscatlán.

All’inizio, aderisce all’FMLN, il partito della sinistra salvadoregna, poi però ne prende le distanze, ritenendo i suoi dirigenti perloppiù incompetenti.

Nel 2015, diventa sindaco di San Salvador e quattro anni dopo vorrebbe candidarsi alla presidenza: l’FMLN lo ritiene però troppo giovane, perciò si presenta sotto le insegne di Nuevas Ideas, il partito da lui stesso fondato.

Vien eletto col 53% dei voti, ma non controlla l’Assemblea: perciò un giorno del 2020 si presenta in aula accompagnato da militari, per dimostrare ai deputati chi davvero comanda.

Nelle legislative del 2021, Nuevas Ideas conquista la maggioranza assoluta (66 seggi su 84), polverizzando sia AReNa CHE L’FMLN.

Da quel momento, è chiaro a tutti che vuol farsi rieleggere alla scadenza del mandato, ma la costituzione lo vieta.

Bukele allora sostituisce i giudici della camera costituzionale della suprema corte con magistrati compiacenti ed ottiene il parere giusto che gli serve per ricandidarsi: se lascerà la Presidenza sei mesi prima della fine del mandato potrà correre.

Così, il 1 dicembre 2023, nomina sua sostituta alla prima magistratura dello Stato la sua segretaria personale, Claudia Juana Rodríguez, che collabora con lui da parecchio tempo.

In questi anni, ha alimentato un forte culto della personalità, dicendo più volte che Dio l’ha investito del compito di salvare la piccola repubblica centramericana sconvolta dalla violenza: «Chi lo conosce – scrivono Juan Diego Quesada e Beatriz Guillén[2] – assicura che la sua arroganza è paragonabile solo al suo livello di ambizione.»

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VERSO IL PARTITO UNICO

Per spianarsi la strada all’assoluto controllo di El Salvador ha imposto una serie di riforme che gettano le basi d’un regime a partito unico:

• riduce il numero dei deputati da 84 a 60 e riforma la legge elettorale in modo da favorire Nuevas Ideas;

• riduce il numero dei comuni da 226 a 44, ufficialmente per risparmiare denaro, in realtà per farvi eleggere dei sindaci a lui vicini;

• abolisce il rimborso delle spese elettorali per tagliare i finanziamenti agli altri partiti.

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GLI ALTRI BUKELE

Dal matrimonio con Olga Marina Ortez, don Armando, com’era chiamato suo padre, ha avuto anche Karim, Ibrajim Antonio e Yusef Alí che oggi fanno parte del circolo ristretto dei collaboratori del presidente.

Anzi, poiché pare che Nayib si annoi facilmente e non riesca a concentrarsi a lungo, avendo tra l’altro continuamente bisogno di verificare cosa si dice di lui sui social, i fratelli sono coloro che l’aiutano nell’opera di governo e nelle campagne elettorali.

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GOVERNO OPACO

L’economia del Paese non va particolarmente bene, i giornali locali documentano che c’è gente che muore di fame e cucina zuppe con le stoppie. Il Presidente però punta a rilanciare el Salvador come meta turistica, a beneficio soprattutto di visitatori canadesi e statunitensi.

Nel 2023 il turismo è cresciuto del 32% e sulle spiagge salvadoregne, popolate di surf, alla ricerca dell’onda, si usa il bitcoin, moneta cui Bukele ha dato valore legale accanto al dollaro, ma che in Salvador di fatto non ha preso piede.

Il paese centramericano però soffre tuttora di alcuni handicap economici:

• bassa crescita;
• bassi investimenti stranieri;
• forte indebitamento verso l’estero.

Sono necessarie, dice la Banca Mondiale, grosse riforme per rendere il paese sostenibile da un punto di vista fiscale.

tuttavia, molti si domandano chi davvero governi l’economia nazionale. Bukele si sarebbe circondato di alcuni consiglieri economici venezuelani provenienti dalle file di Leopoldo López e Juan Guaidó, oppositori di Maduro a Caracas: costoro sarebbero i veri artefici della politica economica del Paese, gl’ideatori della distribuzione di pacchi alimentari alla popolazione più povera.

Qualcosa di simile accadde in Venezuela quando Hugo Chávez, eletto presidente, assoldò esperti cubani in economia per aiutarlo a governare uno stato in grave crisi.

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UNA STRANA BIBLIOTECA

Altro settore d’investimento per Bukele: la cultura.

«Nel novembre 2023 – scrive Anne Vigna[3] – il Capo dello Stato ha inaugurato una nuova biblioteca nazionale, la Binaes, definita anche “la più grande e moderna del Centroamerica”, aperta 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno.»

Si tratta di uno degl’investimenti compiuti dalla Cina dopo che nel 2018 la piccola repubblica centramericana aveva rotto i rapporti con Taiwan e riconosciuto Pechino.

sotto l’amministrazione Bukele la RPC ha realizzato quattro interventi:

• uno stadio di calcio;
• un porto;
• un impianto di trattamento delle acque;
• una biblioteca nazionale.

Si tratta di progetti scelti dall’attuale presidente.

Situata nel centro storico di San Salvador, la BINAES coi suoi sette piani scanditi da fasce di luce, svetta accanto al Teatro Nazionale,
il Palazzo Nazionale e la cattedrale. Pechino ha affidato questo progetto da 54 milioni di dollari alla società di costruzioni Yanjian Group, che ha già realizzato ventotto progetti di cooperazione in tutto il mondo.

I libri all’interno son tutti nuovi e per il momento non catalogati: grande spazio è dato ai videogiochi.

La forma dell’edificio richiama le piramidi dell’epoca maya, ma al suo interno lo spazio è più rivolto all’intrattenimento e alla lettura e non soddisfa granché i criteri Unesco.

Quanto ai libri ospitati dalla vecchia sede della biblioteca nazionale pare che si trovino in edifici fatiscenti affastellati uno sull’altro:qualcuno promette che prima o poi saran riospitati nella nuova sede, opportunamente catalogati, ma in pochi credono datala scarsa stima che Bukele e i suoi attribuiscono a tutto ciò che è più vecchio di loro.

Per la Repubblica Popolare queste realizzazioni son un messaggio dal forte valore nella geopolitica centramericana: nell’istmo infatti vi sono paesi, Guatemale e Belize, che intrattengon rapporti con Taipei: Pechino fa capire che se cambiassero idea anche loro potrebbero beneficiare degli stessi interventi infrastrutturali compiuti in el Salvador.

PIER LUIGI GIACOMONI
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NOTE:

[1] B. Guillén, Caos electoral en El Salvador por el conteo de votos de la Asamblea, elpais.com, 7 Febbraio 2024;
[2] J. D. Quesada e B. guillén, Viaje a los orígenes de Bukele, la ambición de un milenial, elpais.com, 3 febbraio 2024.
[3] A. Vigna, L’étrange bibliothèque nationale salvadorienne, vitrine chinoise du président Bukele, lemonde.fr, 7 Febbraio 2024.

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