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EDITORIALE: L’OSSESSIONE DELL’INCIUCIO
(1° Febbraio 2018)

ROMA. A meno d’un mese dalle elezioni politiche italiane i leader dei principali partiti politici si accusano l’un

l’altro d’aver già pronto l'”inciucio” con quelli che oggi sono i loro avversari.

E’ un’ossessione che colpisce tutti perché tutti dichiarano che dopo il voto del 4 marzo non faranno accordi con

questo e con quello.

Eppure, dal momento che difficilmente qualcuna delle liste in campo conseguirà una solida maggioranza assoluta in

entrambe le Camere, sarà necessario formare dei governi di coalizione.
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L’Inciucio. La parola ha origine nel dialetto napoletano ed indica secondo alcuni dizionari che abbiamo consultato

in rete, il “cicaleccio delle comari” o il “pettegolezzo da cortile”.

È un termine che aleggia nella vita politica perché c’è spesso chi teme l’inciucio tra opposti schieramenti, come

conseguenza di manovre poco chiare.

Insomma, inciucio assomiglia ad “intrallazzo”, “accordo sottobanco”, “compromesso al livello più basso possibile

pur d’ottenere un certo risultato,come quello d’impedire ad una forza politica, magari arrivata prima nelle

preferenze popolari, di giungere al governo.
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La realtà. Eppure la scelta fatta dal popolo sovrano col referendum del 4 dicembre 2016 è stata chiara:
1. conferma dell’attuale assetto istituzionale;
2. contestuale cancellazione della legge elettorale nota col nome di “Italicum” che avrebbe determinato o al primo

o al secondo turno chi vinceva e governava.

Quella legge, inizialmente concepita solo per l’elezione della Camera dei Deputati avrebbe potuto esser allargata

alle elezioni del Senato rendendo possibile l’uniformità del risultato elettorale.

La legge elettorale approvata dal Parlamento nello scorso autunno, invece, è congegnata in modo che nessuno vinca e

di conseguenza delega al dopovoto il raggiungimento di accordi tra forze parlamentari per la costituzione del nuovo

governo.

Inciucio in preparazione allora? Probabilmente sì, perché occorrerà dopo il 4 marzo creare le condizioni per un

esecutivo che ottenga la fiducia da entrambe le camere e possa sviluppare un programma. Siccome però gli accordi

dovranno esser pattuiti da forze politiche che oggi sono su opposti schieramenti ideologici è verosimile che alla

fine ne nasca un “pateracchio”, sinonimo di inciucio, che indica anche lui “compromesso al ribasso” ed “accordo

sottobanco”.

PIER LUIGI GIACOMONI

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