EDITORIALE. LA GRANDE PURGA
(5 Agosto 2022)
ROMA. Beppe Grillo ha imposto a giuseppe conte d’applicare una delle regole più antiche in vigore nel Movimento 5 Stelle: dopo due mandati consecutivi gli eletti non possono ricandidarsi.
Così una cinquantina tra deputati e senatori entrati in parlamento nel 2013 e confermati nel ’18 non possono ripresentarsi alle prossime elezioni politiche. Tra questi, il Presidente della Camera uscente Roberto Fico, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, Vito Crimi e numerosi altri.
Con questo atto il Movimento 5 Stelle ha attuato una gigantesca purga: le conseguenze per il momento sono almeno due.
1. La decapitazione quasi completa del gruppo dirigente grillino;
2. l’apertura delle liste a una quantità di persone che non hanno nessuna esperienza politica alle spalle.
La questione dell’eventuale terzo mandato è stata motivo di dibattito all’interno del “partito giallo”: per qualche tempo si è pensato che Giuseppe Conte, ex presidente del consiglio ed attuale leader potesse concedere alcune deroghe, ma alla fine il diktat pronunciato dall’ex comico ha chiuso la discussione.
I giornali hanno criticato la decisione presa dall'”elevato”, perché elimina in un colpo solo un gruppo di persone che si era fatto le ossa in nove anni di lavoro parlamentare: alcuni degli esclusi sono o son stati anche ministri, viceministri e sottosegretari.
Conte ha eseguito la sentenza probabilmente nella speranza di costituirsi grUppi parlamentari più o meno a lui legati.
Volendo vedere le cose da un punto di vista diverso da quello espresso dai commentatori politici più in voga, si può invece osservare che per una volta nell’M5S s’è fatto ciò che non si fa negli altri partiti.
Scorrendo gli articoli relativi alle candidature probabili nel centro-destra o nel centro-sinistra si leggono sempre gli stessi nomi,persone che stanno in Parlamento da diverse legislature.
Qualcuno ritiene che fare politica sia una professione come un’altra e che per prendere decisioni importanti per il Paese ci vuole esperienza e preparazione, qualcun altro ritiene invece che la politica non dovrebbe essere un mestiere che si fa dai venti ai settant’anni evitando in questo modo di fare un lavoro.
Anzi, l’esistenza d’un ceto politico che non ha mai lavorato al di fuori delle istituzioni getta le basi di quella deriva oligarchica che inevitabilmente allontana il paese reale da quello legale.
Ci sono inoltre molti segnali che indicano sia necessario aprire le porte del corpo legislativo a gente nuova che possa diventare anche portatrice di idee o proposte nuove. Il Parlamentare non deve essere per forza un esperto in una qualche materia, per quello ci sono i tecnici, i docenti universitari, deve essere soprattutto il rappresentante di tutti i cittadini in particolare delle aree in cui è stato eletto.
Così, durante il mandato dovrebbe mantenere legami col territorio e farsi portavoce delle esigenze che gli vengono espresse.
La scena politica italiana è molto ossificata ed ha bisogno d’un profondo rinnovamento di ideee persone, perciò la purga attuata da Grillo è in buona sostanza apprezzabile. Vedremo cosa produrrà dopo le elezioni.
PIER LUIGI GIACOMONI