EDITORIALE. LA BBC COMPIE CENT’ANNI
(20 Ottobre 2022)
LONDRA. La mitica BBC (British Broadcasting Corporation), scrive ilpost.it, compie in questi giorni cent’anni dalla sua fondazione.
Due anni più tardi, il 6 Ottobre 1924, anche in Italia ci sarà la prima trasmissione dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) che dopo la seconda guerra mondiale sarà ribattezzata RAI (Radio audizioni Italiane).
Quella sera, Maria Luisa Boncompagni, la prima annunciatrice, dà il benvenuto agli ascoltatori.
In quei primi tempi, le trasmissioni vanno in onda prevalentemente dopo il tramonto, perché col buio le onde elettromagnetiche si propagano meglio: di giorno, il sole le ostacola rendendo necessaria la presenza d’una fitta rete di ripetitori che sarebbero stati impiantati successivamente.
Nasce, dunque, la radiofonia che presto avrebbe cambiato la vita dimilioni di uomini e donne.
Per i regimi totalitari che prenderanno il potere in diversi paesi tra gli anni 20 e 30 del XX secolo, la radio sarà un formidabile strumento di diffusione di slogan, informazioni a senso unico, parole d’ordine da memorizzare e metter in pratica. Attraverso gli apparecchi giungeranno le voci degli uomini forti che assumeranno il comando a Roma, Berlino o Mosca. Il 15 Agosto 1945 la radio giapponese farà udire al popolo la voce dell’imperatore Hirohito che in un breve audiomessaggio annuncerà via etere di non essere il rappresentante in Terra degli dèi, mentre negli Stati Uniti, coi discorsi presso il caminetto, Franklin D. Roosevelt,presidente dal 1933 al ’45, ogni sabato, informerà gli americani sulle realizzazioni della propria amministrazione, incoraggiando la gente ad uscire dalla depressione collettiva provocata dal “Wall Street crash” dell’ottobre 1929 che ha gettato sul lastrico milioni di persone. Nel ’38 Orson Welles, inscenando la “guerra dei mondi” susciterà un vero panico: migliaia di ascoltatori telefoneranno alla polizia, convinti che gli extraterrestri sono sbarcati sulla Terra, mentre, sempre negli anni Trenta, in Italia le figurine del “feroce Saladino” sono ricercate spasmodicamente dal pubblico che segue lo sceneggiato liberamente ispirato ai tre moschettieri di Alessandro Dumas,
Certo, la radio è anche uno straordinario diffusore di musica: cantanti ed orchestre famose si fanno conoscere tra il grande pubblico e anche l’opera può essere ascoltata da chi non ha modo di frequentare i teatri o le sale da concerto.
E la BBC? Anch’essa progredisce e quando scoppia la guerra le sue trasmissioni in diverse lingue, tra cui l’italiano, raggiungono l’Europa occupata dai nazifascisti, fornendo informazioni credibili su quanto sta accadendo, mentre Charles de Gaulle, il 18 Giugno 1940, quando i tedeschi stanno per occupare Parigi, lancia l’appello alla “Francia libera”.
E’ la mitica “Radio Londra” che migliaia di persone ascolteranno per anni, a rischio d’esser arrestati da fascisti e Gestapo.
Quella radio può esibire come proprio marchio di fabbrica quell’affidabilità, quella credibilità che non è patrimonio delle emittenti tedesca, italiana o russa.
Credibilità, affidabilità ed indipendenza continueranno ad essere anche nei decenni successivi i punti diforza dell’ente radiotelevisivo britannico.
Mentre la maggior parte delle radiotelevisioni europee è più o meno legata al potere politico in carica, la BBC ha un’organizzazione interna e un sistema di autofinanziamento che le permette di non dipendere dal governo.
Ad esempio, radio e TV non hanno pubblicità perché attraverso il canone i britannici le garantiscono i soldi necessari per continuare a produrre programmi.
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LA MIA BBC
Ho conosciuto la BBC per la prima volta cinquant’anni fa: fin da bambino ho coltivato la passione del radioascolto e, mano a mano che crescevo, mi affascinavano le voci che si potevano udire la sera sulle onde medie.
Parlavano lingue per me sconosciute, talvolta le stazioni erano di qualità incerta, ondeggiante, talaltra giungevano forti e chiare. Nella mia mente infantile, fantasticavo di posti lontani e mi faceva impressione che quelle onde viaggiassero per centinaia o migliaia di chilometri per giungere fin alle mie orecchie. Poi scoprii le emittenti che si esprimevano anche in italiano: nell’agosto ’68 udii da Praga gli angoscianti appelli in cui si chiedeva agl’italiani di solidarizzare col popolo cecoslovacco aggredito dalle truppe del patto di Varsavia; qui in Emilia-Romagna arrivava forte Radio Capodistria; la sera, quando potevo, ascoltavo Radio Mosca, Praga, Bucarest… Nel ’72, finalmente, scoprii il Servizio italiano della BBC. Se le radio dell’Est erano soprattutto uno strumento di propaganda dei regimi d’oltre cortina, la BBC forniva un servizio affidabile.
Tutte le sere, per un’ora da Londra alle 22, giungeva un programma completamente in italiano, costituito da un notiziario, commenti e interviste sui fatti del giorno, una rassegna della stampa britannica e un piccolo corso d’inglese di 15 minuti.
Nello stesso periodo conobbi il programma italiano del Deutschland Funk: se questo era totalmente focalizzato sull’attualità della Repubblica Federale Tedesca, Londra invece si occupava moltissimo di ciò che accadeva nel mondo, dal Medio Oriente all’Africa, dalla Cina all’America Latina. Ovviamente, i conduttori del programma italiano si occupavano anche del nostro Paese e di quanto avveniva nel Regno Unito. Il programma italiano fu chiuso nel 1983,ma RAI Radio 3 ospitò per anni una volta alla settimana, “quadrante internazionale”, un programma d’un quarto d’ora realizzato a Londra, focalizzato sull’attualità mondiale.
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IL BBC WORLD SERVICE
Allora non conoscevo le lingue: a scuola studiavo (male) il francese. Alle superiori scelsi di studiare inglese, perché volevo capire le parole delle canzoni dei Beatles, il complesso che mi piaceva pazzamente e di cui biascicavo le canzoni.
Dalla scuola però ricavai poco: perciò decisi di imparare la lingua di Shakespeare per conto mio. Ciò mi permise sia di capire, almeno in parte i testi di Lennon e McCartney, sia d’ascoltare il BBC World Service, il canale all English della “mitica zietta”, come la chiamano gl’inglesi.
furono due gli avvenimenti, quasi contemporanei, che mi spinsero in quella direzione:
1. mio padre, un giorno, volle farmi un regalo: mi comprò un radioregistratore Philips che tuttora esiste, che aveva oltre che l’FM e l’AM (onde medie) anche le SW (onde corte) e le LW (onde lunghe);
2. in quello stesso periodo scoppiò la guerra delle Falklands: decisi di seguire i notiziari del World Service. Mi avevano raccontato che in Gran Bretagna quando uno straniero si presenta ai corsi d’inglese, gl’insegnanti gli parlano solo in quella lingua perché vogliono prima di tutto che l’allievo faccia l’orecchio.
Usai i programmi del WS come se fossero i miei insegnanti londinesi: ascoltavo e cercavo di capire e d’acquisire lessico.
In questo modo mettevo me stesso alla prova, verificando di volta in volta ciò che comprendevo.
All’inizio, ciò che incameravo, era ottimisticamente il 5-10% di quanto veniva raccontato. Gradualmente, però, mi accorsi che facevo progressi incoraggianti.
Così, proseguii l’ascolto anche dopo la fine del conflitto nell’Atlantico meridionale: avevo imparato che alcune frequenze erano migliori di altre, più stabili e di migliore qualità. Ciò contribuì ad accrescere la mia conoscenza dell’inglese.
Per incrementare il lessico di francese e spagnolo, seguii lo stesso metodo, ascoltando Radio France International (RFI) E Radio Exterior de España (REE).
Tutto ciò è stato estremamente utile quando ho viaggiato ed ho potuto comunicare con chi non si esprimeva nella mia lingua.
Ecco perché oggi mi piace leggere in originale articoli e libri scritti in altri idiomi senza utilizzare i programmi di traduzione disponibili sul web che, del resto, talvolta danno esiti insoddisfacenti.
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OGGI
L’ascolto della BBC, al giorno d’oggi, è molto più facile, tant’è vero che le onde corte sono un po’ passate di moda.
Le diverse stazioni ormai diffondono i loro programmi in streaming; ci sono le app che consentono d’aver accesso, oltre che ai canali in diretta, anche ai podcast; le pagine web si arricchiscono ogni giorno di contenuti multimediali. Se uno vuole, può veramente avere il mondo in casa propria con una qualità d’ascolto nemmeno lontanamente immaginabile negli anni Settanta o Ottanta.
La BBC compie cent’anni? Per me si compiono cinquant’anni da quando ho iniziato a seguirla: sul mio telefonino ho scaricato tre app di loro produzione. BBC Sounds, che permette d’ascoltare i diversi canali della radio, BBC News e BBC Mundo, che recano gli articoli, rispettivamente, in inglese e spagnolo.
Posso dire che la “zietta” ha contribuito non poco a formare la mia personalità ed ha arricchito notevolmente tanto la mia cultura personale, quanto l’interesse che ho per tutto ciò che avviene nel mondo. Se non sono un nazionalista o, come si dice oggi un “sovranista”, lo devo anche a lei.
PIER LUIGI GIACOMONI