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EDITORIALE. GLI ABUSI SESSUALI NELLA CHIESA
(13 Febbraio 2022)

ROMA. Nella settimana che si sta chiudendo è “andata in onda” una nuova puntata della sconcertante SAGA intitolata “abusi sessuali nella Chiesa cattolica”. Se una quindicina d’anni fa si poteva affermare che questo genere di notizie erano sporadiche e che eravamo di fronte alla manifestazione di qualche mela marcia in un frutteto sostanzialmente sano, oggi una simile affermazione suonerebbe offensiva anzitutto nei confronti delle vittime, ma anche nei riguardi di tanti fedeli cristiani che rimangono sbigottiti quando leggono sui giornali che negli istituti gestiti dal clero venivano commessi “atti impuri” come quelli narrati nei voluminosi rapporti nel frattempo pubblicati in vari Paesi.

martedì 15 Febbraio un gruppo di associazioni cattoliche, e non, si riuniranno per costituire un coordinamento di laici che intende domandare alla conferenza Episcopale Italiana (CEI) che a maggio riunirà la sua assemblea plenaria, che venga costituita una commissione indipendente per accertare tutti i casi di abusi sessuali avvenuti nella chiesa del nostro Paese. In questi giorni, di fronte alla riluttanza delle conferenze episcopali di Spagna e Portogallo, i governi di Madrid e Lisbona han dato mandato ai difensori civici di aprire delle inchieste, mentre pochi mesi fa una commissione indipendente francese ha pubblicato un voluminoso e circostanziato rapporto, scaricabile in rete, sulle violenze avvenute tra 1945 e 2019 nei collegi religiosi d’oltralpe.

Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Germania, Belgio, Irlanda, Malta, australia, Stati Uniti, Cile… sono ormai molti i Paesi in cui sono emersi casi diffusi di abusi sessuali commessi da preti adulti nei confronti di bambini o ragazzi poco più che adolescenti. Abusi che la chiesa ha coperto più che ha potuto, ma ora il coperchio della pentola è saltato e dovrà esser fatta piena luce. E’ vero, naturalmente, che abusi sessuali compiuti da adulti su minori avvengono anche in altri ambienti, come qualcuno ha scritto in questi giorni, ma per decenni la chiesa cattolica ha spiegato urbi et orbi come doveva esser vissuta la sessualità dai laici. anzi, per qualche decennio vescovi d’ogni ordine e grado parlavano quasi esclusivamente di sesso, molto di più di ciò che fanno le persone nella loro vita quotidiana.

Da quando è stato eletto Papa Francesco questa vera ossessione per il sesso è passata forse perché ci si è accorti che si stava perdendo autorità presso i laici proprio per la condotta scandalosa di diversi sacerdoti, anche arcivescovi e cardinali, che magari si erano macchiati di colpe inconfessabili o avevano coperto preti pedofili.

Mi è capitato un decennio fa di discutere con gente ipercattolica di queste vicende: nel 2010 il New York times stava pubblicando una serie di articoli su storie di abusi sessuali avvenuti in ambienti cattolici statunitensi. Mi trovavo in un gruppo dedito alla lettura ed alla riflessione della Sacra Scrittura. E’ possibile, ma non ne sono sicuro, che ci si fosse imbattuti in qualche passo della bibbia dove si allude, spesso anche in modo piuttosto esplicito alla sessualità. Osservai che mi pareva estremamente scandaloso che nella chiesa ci fossero preti che praticavano la pedofilia. Mi fu risposto che quanto stava scrivendo il NYT era una macchinazione, un complotto degli anticattolici contro la chiesa. Replicai che secondo me era un bene che venissero a galla queste storie scandalose affinché fosse fatta pulizia negli ambienti cattolici dove forse c’erano troppe persone che non avrebbero dovuto esserci.

Poco dopo, nel 2011, Papa Benedetto XVI pubblicò una lunga lettera con la quale chiedeva perdono alle vittime d’abusi avvenuti per decenni in Irlanda e resi di pubblico dominio dal rapporto Ryan, disponibile in rete. due anni più tardi lo stesso pontefice rassegnò le dimissioni, cosa che non accadeva dal 1294 quando Celestino V compì il “gran rifiuto”, dichiarando di non avere più le forze per governare la chiesa. Oggi il Papa emerito è accusato d’aver coperto nel 1980, quand’era arcivescovo di Monaco di Baviera il caso d’un prete pedofilo. Indipendentemente da come finirà la vicenda che al momento vede coinvolto colui che per decenni è stato il difensore dell’ortodossia nella Chiesa di Roma nella sua qualità di Prefetto della congregazione per la dottrina della Fede,uno dei ministri più importanti di giovanni Paolo II, ci sono delle questioni da metter subito all’ordine del giorno e che interpellano tanto i religiosi quanto i laici.

In primo luogo, occorre che la chiesa romana prenda subito energici provvedimenti contro i pedofili affidandoli ai ttribunali civili affinché siano giudicati e puniti secondo le leggi dei singoli Paesi; in secondo, è necessario ridefinire completamente il rapporto tra l’uomo e la sua sessualità: per decenni, il cattolicesimo è sembrato sessuofobo come se la vita sessuale degli esseri umani fosse qualcosa di ripugnante, cui si doveva e poteva rinunciare, limitandosi puramente alla procreazione.

di recente, Papa Francesco è sembrato andare con molta prudenza in questa direzione, affermando che la sessualità è un dono che dio ha dato agli uomini, (cito a memoria).

Nel 1994, ero in Cambogia con un gruppo di ragazzi: stavamo facendo un periodo breve di volontariato in quel Paese del Sud Est Asiatico: a un certo punto ci vien voglia di fare una gita e d’andare al mare. prendiamo il nostro pulmino ed andiamo a Sihanoukville, sulla costa del Mar Cinese Meridionale. Il clima da quelle parti è sempre molto caldo e umido, inoltre, quando ci siamo noi, è la stagione delle piogge per cui tutti i pomeriggi tra le due e le quattro piove. Un bagno in quelle condizioni è proprio quello che ci vuole per ristorarsi un po’ dall’afa opprimente in cui siamo immersi 24 ore su 24. Tra di noi, giovani laici esuberanti, sorge la voglia di far un bagno al mare: il prete che ci fa da guida, si mostra riluttante perché ovviamente per immergersi in acqua ci si deve spogliare. L’uomo si oppone, poi però ci chiede d’andare in mare, oltre che col costume, anche con dei pantaloncini per non esser troppo nudi. Il compromesso è raggiunto e possiamo far il bagno, ma ciò mi ha fatto comprendere come sia difficoltoso il rapporto tra gli uomini di chiesa ed il corpo umano.

Era una riflessione che avevo in qualche modo già fatto alcuni anni prima in Ruanda, dove però avevo più volte fatto il bagno nei laghi, indossando un normale costume maschile: un sacerdote d’origine lituana, giramondo, in grado di parlare 18 lingue, un giorno ci racconta che nel suo mondo, quello dei religiosi, c’è chi lo guarda con sospetto perché a lui piace nuotare. Ci spiattella esplicitamente che il problema sta proprio nel fatto che per andar in acqua occorre svestirsi e molti consacrati hanno un pessimo rapporto col proprio corpo.

Ecco, è proprio qui, secondo me, il nocciolo del problema della pedofilia e delle manifestazioni di morbosità all’interno della chiesa cattolica: il pessimo rapporto col corpo umano visto come fonte di tentazioni più che come una risorsa o,come dice il papa “un dono di dio”. Su questa base, a mio parere, andrà ridiscussa, anche col contributo dei laici, l’atteggiamento della chiesa romana rispetto alle manifestazioni della sessualità.

PIER LUIGI GIACOMONI

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