EDITORIALE. CINQUECENTO ARTICOLI
(26 Giugno 2020)
BOLOGNA. Cinquecento articoli: ebbene sì. Il traguardo è stato tagliato qualche settimana fa.
Abbiamo avviato questo blog nell’agosto 2016 e di settimana in settimana, a volte con più d’un’uscita, abbiamo continuato ad arricchirlo con articoli più o meno lunghi su argomenti d’attualità sia da Bologna che dal resto del mondo.
Qui si parla molto d’Africa, perché ci pare che lo spazio che la stampa main stream dedichi a quest’area del mondo sia assolutamente insoddisfacente, ma c’è anche molta America Latina, nonché tanta tantissima Europa, perché siamo convinti che nessuno Stato nazionale abbia oggi senso se non collegato ad altri. Nello specifico, l’Italia fuori dall’Europa sarebbe un piccolo staterello assolutamente non in grado di confrontarsi coi giganti economici e politici che dominano la scena mondiale.
Purtroppo, la stessa Europa si è notevolmente indebolita, anche per incapacità dei governi degli Stati che la compongono, ma fuori da essa ciascuno dei suoi membri si condannerebbe all’irrilevanza.
Quand’abbiamo cominciato, in Italia, era Premier Matteo Renzi, negli Stati Uniti c’era ancora Barack Obama,che stava completando il suo secondo mandato e i cittadini britannici avevano scelto d’uscire dall’Unione Europea mediante il famoso referendum.
Pochi mesi dopo, e l’abbiamo documentato, Donald J. Trump sarebbe inopinatamente divenuto Presidente degli Stati Uniti, Renzi sarebbe caduto ed avrebbe iniziato una parabola discendente che non è ancora terminata, la Gran Bretagna intraprendeva un difficile cammino che solo a febbraio di quest’anno si sarebbe concluso con la formale uscita dall’Unione.
In pratica, in quell’anno iniziò il quadriennio d’oro di sovranismo e populismo che avrebbe investito come un vento impetuoso tanti Paesi, tra cui il nostro.
Ma sovranismo e populismo presto hanno dimostrato d’aver il fiato corto, come dimostra l’ultimo semestre.
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Già, perché ciò che non prevedeva nessuno è accaduto circa sei mesi fa: l’irruzione sulla scena d’un microrganismo sconosciuto al mondo scientifico ha scompaginato i piani dei governanti e la vita di ogni singola persona.
Oltre a provocare centinaia di migliaia di vittime, colpire 10 milioni di esseri umani in tutto l’Orbe terracqueo, il Covid-19 è servito da detonatore per una crisi economico-sociale che condizionerà le vicende umane per i prossimi anni.
Se nel 2008 si disse che la crisi generata dai mutui subprime era peggiore di quella del ’29, quella che si sta profilando, rischia d’esser anche più devastante con milioni di disoccupati, crisi in diversi settori economici, con conseguenze politiche e sociali oggi imprevedibili.
Improvvisamente, son invecchiate priorità che prima di gennaio parevano urgenti:
– dov’è finita Greta Thunberg, che solo l’anno scorso sembrava sul punto d’ottenere il Nobel per la Pace?
– Dov’è finita l’emergenza migratoria su cui tanti leader hanno costruito carriere?
– Dov’è finito il sovranismo che solo un anno fa, in occasione delle elezioni europee pareva sul punto di prender il controllo del Parlamento europeo?
Come sono rapidamente impallidite figure di capipopolo che parevano in grado d’ottenere pieni poteri ed in possesso d’un tocco magico in grado di raccoglier il consenso di masse sterminate!
Come hanno giganteggiato invece figure di uomini, pur già di per sé importanti come il Papa, che hanno detto con chiarezza e coerenza che in queste circostanze non ci si salva da soli, che il sovranismo è un vicolo cieco, che occorre riconoscere dignità ai migranti, ai rifugiati, agl’impoveriti che affollano le nostre città.
Il Covid, poi, ha imposto nuove parole d’ordine: invece di “meno Stato, più libertà” si sono imposti termini come “più sanità, più scuola, più servizi sociali” per garantire ad un numero più alto di persone tutte le opportunità che la modernità offre.
Perché oggi c’è richiesta d’uguaglianza, di pari opportunità, di decisioni che includano.
Possono le nuove tecnologie aiutarci in questo senso?
In questi mesi, nei quali abbiamo dovuto rimaner chiusi in casa, forme di comunicazione interpersonale alternative hanno preso il sopravvento: già, perché senza zoom o meet o altri software, prima tutto sommato ignorati, non si sarebbero potute tenere lezioni e riunioni on line, a cominciare dai vertici dei Capi di Stato per arrivare fino a noi comuni mortali. Però, proprio queste risorse si sono tramutate in uno schiaffo dato in faccia a chi non ha i mezzi per dotarsi di questi strumenti: così milioni di ragazzi non hanno potuto seguire le lezioni a distanza, mentre persone anziane sono rimaste isolate.
In più, i ritardi infrastrutturali di questo nostro Paese hanno complicato nettamente le cose.
Insomma, sei mesi di Coronavirus hanno cambiato completamente lo scenario mondiale e questo piccolo esserino, invisibile ad occhio nudo, ma drammaticamente potente rischia di determinare la storia dei popoli per i prossimi anni.
Questo blog, che oggi tocca il traguardo dei cinquecento articoli, documenterà quanto accadrà così come ha fatto nell’ultimo quadriennio.
PIER LUIGI GIACOMONI