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ECUADOR. DANIEL NOBOA ELETTO PRESIDENTE
(20 Ottobre 2023)

QUITO. Daniel Noboa, figlio dell’uomo più ricco dell’Ecuador, sarà da dicembre Presidente della Repubblica: col 52% dei voti ha battuto il 15 ottobre nel ballottaggio decisivo Luisa González, candidata di Revolución Ciudadana, la formazione politica promossa dall’ex Presidente Rafael Correa.

Il suo mandato durerà, però, appena 16 mesi e terminerà nel maggio 2025, quando s’insedierà chi sarà eletto nelle presidenziali del febbraio di quell’anno.

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MUERTE CRUZADA

Queste elezioni, che definiremmo intermedie, furon decretate in maggio dal Presidente in carica Guillermo Lasso: in crisi di popolarità ed a rischio d’impeachment, applicò una norma presente nella costituzione, nota col nome di “muerte cruzada”.

Sciolse l’assemblea nazionale, che stava per destituirlo e convocò elezioni legislative e presidenziali per il 20 agosto seguente.

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SANGUE SUL VOTO

Com’è noto, la campagna elettorale per il primo turno, fu funestata dall’assassinio del giornalista anticorruzione Fernando Villavicencio, candidato del Movimiento Construye: il 9 Agosto fu abbattuto da sicari dei narcotrafficanti.[1]

Non è l’unico omicidio politico che ha segnato la vita pubblica ecuadoriana degli ultimi mesi: sindaci, candidati al parlamento, attivisti sociali sono caduti sotto i colpi dei killer.

Secondo la polizia, dall’inizio dell’anno, almeno 3.500 persone son state uccise in tutto il paese.

Le carceri poi son divenute luogo di scontro tra bande rivali:

Il 22 luglio, ad esempio, i detenuti del Centro di privazione della libertà n. 1 di Guayas, situato a Guayaquil, la seconda città più popolosa, dove si trova il porto più importante dell’Ecuador, si son scontrati a man armata.

Le autorità han inviato 2.700 tra poliziotti e soldati per ristabilire l’ordine e por fine ai combattimenti in cui han perso la vita 31 persone, secondo i dati forniti dalla Procura.

Durante queste operazioni, gli agenti in uniforme han sequestrato un arsenale di fucili a lungo raggio, lanciagranate, munizioni ed esplosivi.

Ore dopo, i detenuti di 13 delle 35 carceri del paese han iniziato uno sciopero della fame e han preso in ostaggio un centinaio di guardie.

Risposta del presidente Lasso? proclamazione dello stato d’emergenza in diverse province del paese.

Molti analisti dubitano che questa misura possa porre fine alla violenza ricorrente nelle carceri che, secondo Human Rights Watch, ha provocato più di 400 morti dal 2021 ad oggi.

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NARCOSTATO?

Il delitto Villavicencio, le cui immagini han fatto il giro del mondo, ha messo in evidenza quale sia oggi la questione dominante nel paese latinoamericano: la violenza provocata dai cartelli della droga d’origine colombiana e messicana, ma anche autoctoni, che sfruttan il porto di Guayaquil, sul Pacifico, come hub per il traffico internazionale di stupefacenti:

«Il problema principale dell’Ecuador in relazione alla geopolitica del traffico di droga è dato dalla sua posizione territoriale vicino a Colombia e Perù, i principali produttori di cocaina nel mondo, così come dalla debolezza dei controlli integrati alle frontiere che facilitan l’ingresso della droga. successivamente trasportati in punti strategici del profilo costiero e a Guayaquil», scrive in un rapporto pubblicato a luglio la stessa polizia.

Nello stesso documento si riconosce che la mancanza di controllo statale sul territorio marittimo e aereo facilita la partenza di aerei e navi dai porti, quasi senza alcun controllo: dal 2019 la quantità di droga sequestrata nel Paese è quasi triplicata, salendo a 201 tonnellate rispetto alle 79,5 prelevate nel 2019. Il governo tende a minimizzare il fenomeno, ma la giornalista ecuadoriana Carolina Mella, che scrive su El País dice: «La violenza ha cominciato a diffondersi in tutto il Paese. Sulla costa perché il narcotraffico ha bisogno dei porti, in montagna, perché ci son centri di stoccaggio, Quito compresa».

La porosità delle frontiere fa il resto: per di più, la dollarizzazione dell’economia nazionale facilta il riciclaggio del “denaro sporco” che vien facilmente trasformato in “denaro pulito”.

In una parola, l’Ecuador s’appresta a diventar un narcostato?

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DANIEL NOBOA

Come già detto, il nuovo presidente è figlio dell’uomo più ricco del Paese, Álvaro Noboa Pontón ((Guayaquil, 1950) che per cinque volte tentò di farsi eleggere alla massima carica dello Stato senza riuscirvi.

La fortuna della dinastia decolla con l’Exportadora Bananera Noboa che il padre ampliò: oltre alla commercializzazione delle banane, furon inglobate nella holding una rete di attività molto vasta e ramificata.

Daniel, nato il 30 Novembre 1987, studiò in prestigiose università degli Stati Uniti: si laureò in Amministrazione aziendale presso la New York University, Amministrazione pubblica presso la Harvard Kennedy School, nonché un master in Governance e comunicazione politica presso la George Washington University.

A 18 anni fondò la DNA Entertainment Group, una società per l’organizzazione di eventi pubblici, che gli permise successivamente d’entrar in politica.

nel 2021, è deputato all’Assemblea Nazionale con Acción Democrática Nacional (ADN) e presidente della commissione per lo sviluppo economico.

Dopo lo scioglimento del parlamento, deciso in maggio da Guillermo Lasso, si presentò alle primarie di ADN per ottenere la nomina a candidato presidenziale.

Il 20 Agosto, primo turno per la massima carica, si qualificò per il ballottaggio: col 24% si piazzò alle spalle della candidata di RC Luisa González (35%).

Dietro loro tutti gli altri concorrenti.

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IDEOLOGIA

Si definisce di centro-sinistra perché promette d’appoggiare la comunità LGBT+ e d’investir denaro nell’istruzione.

Tuttavia, la sua vice presidente, Verónica Abad, è dichiaratamente di destra: ammiratrice di Trump e Bolsonaro e fautrice di privatizzazioni massicce in sanità, istruzione e servizi assistenziali.

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PROGRAMMI

RILANCIO DELL’EDILIZIA

In campagna elettorale, Noboa ha affermato che il settore privato è quello che genera occupazione e deve essere rafforzato attraverso l’esenzione fiscale: ad esempio per ridar ossigeno all’edilizia propone di abbassar l’IVA sui materiali da costruzione. Ciò spingerebbe gl’imprenditori ad assumere personale per completare le molte opere pubbliche rimaste incompiute.

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PRIGIONI GALLEGGIANTI

Per combattere la criminalità propone d’istituire prigioni galleggianti che trasportino in alto mare i criminali più pericolosi.

in questo modo, sostiene, s’impedirebbe loro d’agire sul territorio nazionale.

«Le chiatte – dice Noboa – sarebbero una misura temporanea, mentre ristrutturiamo l’intero sistema carcerario.»

Propone poi di punire i piccoli consumatori di stupefacenti, creare giurie che emettan sentenze contro le mafie ed investir denaro per acquistar droni e radar che controllino dall’alto le attività dei narcotrafficanti anche nelle regioni montane del paese.

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FISCO

Propone di defiscalizzare i trasferimenti di capitali all’estero, mantener la dollarizzazione ed attrarre investimenti dalle aziende statunitensi.

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ISTRUZIONE E FORMAZIONE

La sua amministrazione dovrebbe investir fondi per rilanciar l’istruzione, la formazione professionale e le università, diffondendo l’uso delle nuove tecnologie.

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SEDICI MESI

Come già detto, Noboa disporrà, dall’entrata in carica, d’un mandato temporalmente limitato: solo sedici mesi.

Per di più, presto l’Ecuador entrerà nuovamente in un clima elettorale, perciò è difficile che le proposte avanzate dal candidato vincitore possan trovar attuazione, considerato anche che il suo partito dispone di 12 seggi all’Assemblea nazionale che ne conta 137.

Il maggior gruppo parlamentare è Revolución Ciudadana (50), seguito da Construye, la forza politica di Villavicencio (27).

Completan il quadro un pulviscolo di piccoli partiti, composti anche da un solo deputato.

Come molti presidenti latinoamericani, Noboa, non potendo contare sul sostegno certo del legislativo, dovrà formare una coalizione che l’appoggi cammin facendo.

In questo senso, saranno decisivi alcuni passaggi per la costruzione d’una rete d’alleati: scelta dei ministri, dei vice e dei dirigenti delle aziende controllate dallo Stato.

Il presidente potrà sempre emanare dei decreti immediatamente esecutivi: Noboa accarezza l’idea di ripresentarsi alle elezioni del 2025 per ottenere un mandato quadriennale pieno.

Riuscirà ad ottenerlo solo se manterrà la promessa di riportare la pace in un Paese scosso da una violenza brutale e pervasiva che rischia di trasformarlo in un ennesimo stato fallito.

PIER LUIGI GIACOMONI

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NOTA:

[1] Gli autori dell’omicidio Villavicencio son stati strangolati nelle carceri in cui eran rinchiusi in attesa di giudizio nell’imminenza del turno di ballottaggio.

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