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CORSICA. PARIGI VUOL AMPLIARNE L’AUTONOMIA
(16 Marzo 2024)

PARIGI. A sorpresa, il 12 marzo, il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha annunciato d’aver raggiunto un accordo coi dirigenti dei partiti còrsi per ampliare l’autonomia di cui l’isola gode da alcuni anni.

Al termine d’un incontro durato 5 ore è stato comunicato che si procederà ad una riforma della costituzione francese e successivamente all’approvazione d’una legge organica.

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L’ACCORDO

In particolare, si prevede il riconoscimento di uno status autonomo alla Corsica all’interno della Repubblica, tenuto conto dei suoi interessi legati all’insularità mediterranea, alla sua comunità storica, linguistica e culturale.

Leggi e regolamenti potran esser adattati alle specificità isolane: in questo senso interverrà solo dopo l’approvazione dell’emendamento costituzionale la legge organica.

Poiché son già stati sollevati timori che Parigi voglia conceder ad Ajaccio il potere di farsi leggi diverse dal resto della Francia, il Ministro Darmanin ha rassicurato che nell’accordo tra governo centrale e dirigenti còrsi non vi è né la concessione del principio di coufficialità della lingua còrsa, accanto al francese, né la creazione di due livelli di cittadinanza separati tra còrsi e francesi: «Non esiste la nozione di popolo [còrso] ma di comunità culturale», ha spiegato, escludendo anche qualsiasi «status di residente» sull’isola. «Siam andati verso l’autonomia» e «non c’è separazione della Corsica dalla Repubblica».

«L’accordo costituzionale prevede che gli elettori iscritti nelle liste elettorali della Corsica siano consultati su questo progetto», ha assicurato.

«Dopo aver consultato l’Assemblea della Corsica – si legge su lemonde.fr[1] – il Presidente della Repubblica avvierà, quando lo riterrà opportuno, la riforma costituzionale che richiede l’approvazione dello stesso testo da entrambe le camere e successivamente dei tre quinti del Congresso costituzionale.»

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MACRON E LA CORSICA

Visitando l’isola il 28 Settembre 2023 il capo dell’Elisèo aveva dichiarato, parlando dinanzi all’assemblea di Ajaccio, d’esser favorevole al riconoscimento d’un’autonomia speciale alla Corsica nell’ambito della Repubblica francese, avvertendo che «questo momento storico» non si può realizzare «senza» o «contro» lo Stato.

«Anche se resta ancora una lunga e incerta strada da percorrere prima che l’isola venga riconosciuta nella Costituzione come entità particolare – scrive lemonde.fr[2] – il fatto che il Presidente della Repubblica decida di proporre “l’autonomia” come la migliore opzione possibile rappresenta un passo importante nella tormentata situazione nei rapporti tra il continente e la Corsica.»

Più in generale, ciò intacca, aggiungiamo noi, il dogma che la Repubblica di Francia sia, come scritto nella stessa costituzione «una e indivisibile», dove tutto il potere effettivo sta nelle mani del governo centrale.

Per questo Paese, questo è un articolo di fede fin dai tempi della rivoluzione del 1789 e del codice napoleonico.

Diversamente da quanto han fatto altri europei, come vedremo, la regionalizzazione avviata ai tempi di François Mitterrand (anni ottanta del Novecento) è consistita nella creazione di 13 soggetti dotati solo di funzioni amministrative, cui si aggiungono i dipartimenti e i territori d’oltremare.

La Corsica però non ha mai digerito questo modello istituzionale, vi si è opposta anche in modo violento, subendo anche dure misure repressive.

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LA CORSICA

Isola del Mediterraneo situata a nord della Sardegna, separata da questa dalle Bocche di Bonifacio, occupa una superficie di 8.722 kmq. ed è popolata da quasi 340.000 abitanti che parlano diversi dialetti.

Venduta alla Francia dalla declinante Repubblica di Genova (1768), l’anno dopo ad Ajaccio dà i natali a Napoleone Bonaparte (1769 – 1821).

Questi, benché sia considerato uno dei massimi eroi della storia tricolore, quando lascia l’isola per frequentare l’accademia militare, è preso in giro dai suoi compagni di studi per il suo accento.

Durante la dominazione genovese, i còrsi si ribellano più volte: divenuti francesi, le insurrezioni si moltiplicano.

Parigi reagisce con durezza, ma questo non ferma il movimento separatista che ritiene in buona sostanza che la Corsica per la Francia non sia altro che un’ennesima colonia.

Del resto, la sua posizione geografica,la rende d’importanza strategica: a Solenzara, sulla costa orientale, è presente un’importante base aeronavale.

A lungo considerata la regione più povera dell'”esagono”, ha conosciuto negli ultimi cinquant’anni un notevole sviluppo soprattutto nel settore turistico, in parte ostacolato dai nazionalisti che negli anni Settanta protestano, anche con attentati dinamitardi.

I loro obiettivi sono due:

1. dissuadere i turisti ad invadere l’isola soprattutto d’estate;
2. colpire le proprietà delle strutture ricettive che appartengono soprattutto a francesi del continente, compresi diversi pieds noirs, ex coloni d’Algeria che qui si son rifatti una vita.

Varata la regionalizzazione di cui s’è già detto, i còrsi rimangon delusi per la mancata concessione d’un’autonomia speciale, simile a quella di cui gode la Sardegna in ambito italiano.

L’anelito indipendentista è comunque quanto mai vivo e radicato: l’han dimostrato le elezioni regionali del 20-27 giugno 2021. In quella circostanza i votanti, percentualmente molto più numerosi che nel continente, hanno assegnato il 68% dei voti a liste autonomiste. Gilles Simeoni, storico leader del separatismo moderato, è ridiventato Presidente della Regione.

Entro il 2027 vorrebbe realizzare molto del suo programma politico, in modo da isolare le frange più violente del nazionalismo.

Ora Macron e il suo governo forse gli han offerto un’opportunità storica: infatti, commentando gli accordi appena pattuiti a Parigi ha dichiarato: «Siamo giunti in semifinale, che deve ancora esser vinta, per poi guadagnare la finale», come dire:siamo sulla strada giusta ma ne dobbiamo fare ancora dell’altra.

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SEPARATISMI

In Europa, vi son diversi movimenti separatisti che sognan un giorno di poter proclamare l’indipendenza dei loro territori.

In Spagna è ancora in piedi il movimento secessionista della Catalogna, che il 27 ottobre 2017, proclama un’effimera repubblica, staccata da Madrid, mentre è un po’ sopita la rivendicazione basca.

In Italia, la concessione delle autonomie speciali a diverse regioni periferiche, ha limitato gli effetti di movimenti secessionisti, anche se è in discussione un progetto di legge che dovrebbe ampliare l’autonomia dei governi regionali.

In Belgio, le ormai prossime elezioni legislative e regionali (9 giugno 2024) potrebbero rinfocolare le velleità separatiste dei fiamminghi del Nord;

In Scozia, il SNP sembra pronto a rilanciarsi con parole d’ordine come “fuori la Scozia dal Regno Unito e dentro l’europa”.

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UNIONISMI

Accanto a separatismi, vi sono anche aneliti unionisti: la recente elezione d’un nuovo governo nell’Irlanda del Nord guidata da un First Minister dello Sinn Féin ha ridato fiato alla prospettiva della riunificazione delle due Irlande entro un decennio.

Com’è noto infatti dal 1921 nell’isola verde vi sono due amministrazioni: l’Ulster, Provincia del Regno Unito dotata d’un esecutivo e un legislativo autonomi e l’Eire, repubblica indipendente.

Nel primo territorio, fin a pochi anni fa, la maggioranza della popolazione era protestante ed unionista, cioè legata alla Gran Bretagna, nella Repubblica, invece, la popolazione era prevalentemente cattolica e nazionalista.

Ora però le dinamiche demografiche stan cambiando e nelle elezioni del 2022 per l’assemblea dello Stormont (Irlanda del Nord) il partito più forte è risultato lo Sinn Féin, repubblicano e nazionalista che aspira a unificare i due territori.

PIER LUIGI GIACOMONI

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NOTE:

[1] Le Monde avec AFP, Corse : l’Etat et des élus s’accordent sur un « projet d’écriture constitutionnelle » pour « la reconnaissance d’un statut d’autonomie », lemonde.fr, 12 marzo 2024;
[2] Le Monde, ÉDITORIAL Corse : un moment à saisir, lemonde.fr, 29 settembre 2023.

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