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CLIMA. CAUSA SICCITA’, INGORGO NEL CANALE DI PANAMA
(27 Agosto 2023)

PANAMA. A causa della siccità,provocata sia dai cambiamenti climatici che dal Niño[1] il Canale di Panama, via essenziale per passare dal Mar dei Caraibi all’Oceano Pacifico, senza circumnavigare tutto il subcontinente sudamericano, è intasato.

Dal 30 luglio, infatti, la quantità giornaliera di navi autorizzate ad attraversarlo è di 30, anziché 42, e il loro pescaggio scende di 13,4 metri (44 piedi).

Questo provvedimento restrittivo durerà almeno un anno, riducendo di fatto le entrate dell’erario panamense che riscuote i pedaggi.

Nelle ultime settimane, le navi in fila per passare da un mare all’altro son arrivate ad esser 130 con una punta a metà agosto di 160: i tempi d’attesa sono saliti alle stelle: in situazioni normali, si attraversa la via d’acqua entro 3-5 giorni, ma nelle ultime settimane la coda ha richiesto tempi dagli 11 ai 19 giorni, facendo ovviamente lievitare i costi dei trasporti.

Per il 2024 la Canal Authority prevede che il numero di tonnellate di merci che passeranno attraverso l’istmo sarà inferiore a 500 milioni, in calo rispetto ai 518 milioni del 2022, con una flessione dei ricavi per i pedaggi di circa 200 milioni di dollari, su un fatturato che aveva superato i 3 miliardi lo scorso anno.

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IL CANALE DI PANAMA

Costruito ai primi del XX secolo dagli Stati Uniti, attraversa zone lacustri e montuose.

Siccome i livelli dei due mari son diversi, più alto il Pacifico del Mar dei Caraibi,durante la traversata le navi vengono progressivamente sollevate, mediante la creazione d’una serie di bacini artificiali, via via più alti. Inoltre le navi devono esser alzate fin a 26 metri sul livello del mare per superare la catena montuosa continentale che attraversa tutto l’istmo.

Conseguenza: per ogni imbarcazione è necessario scaricare circa 200 milioni di litri d’acqua dolce, che il canale ricava da uno spartiacque formato dai laghi Gatun e Alajuela. Questo bacino non solo soffre attualmente per la mancanza di piogge, ma deve continuare a fornire acqua potabile alla metà dei 4,2 milioni di panamensi.

A meno che nei mesi da settembre a novembre non si verifichino piogge che ristabiliscano il livello dei laghi, l’accesso al Canale sarà ridotto e l’ingorgo continuerà a meno che le diverse compagnie che trasportano merci nelle due direzioni non riescano a calendarizzare meglio i loro viaggi.

Attualmente, il 6% del traffico marittimo mondiale passa per il Canale: lo usano soprattutto Stati Uniti, Cina e Giappone.

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PANAMA

STORIA

Piccolo Stato dell’America centrale, nasce da una secessione: per tutto l’Ottocento è parte integrante della Colombia, ma il 3 novembre 1903 proclama l’indipendenza.

Parte del viceregno del Perù, durante la dominazione spagnola (XVI-XIX sec.) è un importante polo commerciale. Lì vien creato il mercato di Portobello, luogo di scambio di merci tra America spagnola e metropoli.

Venuta l’epoca dell’indipendenza del Centro e Sud America, a Panama scelgono di staccarsi da Madrid pacificamente: il 28 novembre 1821 è il giorno in cui l’élite sceglie d’aderire alla Grande Colombia.

Tuttavia, la posizione geografica del territorio fa gola agli Stati Uniti.

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VERSO IL CANALE

Il primo riferimento esplicito al diritto di Washington d’intervenire militarmente a Panama compare nel trattato Mallarino-Bidlak, firmato nel 1846. Il documento concede agli USA l’autorizzazione a costruire una ferrovia transistmica il cui capolinea atlantico sarebbe coinciso con l’isola di Manzanillo, nella baia di Limón: l’obiettivo è duplice:

1. aver a disposizione una via più rapida per collegare la costa orientale con quella occidentale;
2. contrastare l’influenza britannica nell’area centramericana (Londra è presente in Nicaragua).

1° gennaio 1880: si inaugurano le opere preliminari per la realizzazione del Canale, affidate alla francese Compagnia universale del canale di Panamà, presieduta da F. de Lesseps, lo stesso che ha realizzato il Canale di Suez in Egitto.

1891: scoppia uno scandalo che travolge la società di Lesseps: s’interrompe la costruzione del Canale, benché sian già stati realizzati 33 chilometri.
Tre anni dopo è fondata una nuova compagnia che deve proseguire l’opera: a metà del 1902 gli USA acquistan i diritti della compagnia francese.

Gennaio 1903: Washington firma con la Colombia il trattato Hay-Herran: con esso ottiene in affitto per sempre una fascia di 9,5 chilometri d’ampiezza, impegnandosi a proseguire nella costruzione del canale.

Il Senato di Bogotà però non ratifica l’intesa ritenendola lesiva della dignità e sovranità colombiane.

Conseguenza: scoppia la ribellione a Panama: il 4 novembre dello stesso anno i “rivoluzionari” proclamano l’indipendenza, venendo subito riconosciuti dagli Stati Uniti.

Il trattato Hay-Buneau Varilla concede sovranità piena e perpetua agli USA su una fascia di 16 chilometri d’ampiezza e sulle acque adiacenti agli estremi del canale che vien inaugurato il 15 agosto 1914.

lungo 82 chilometri, rimarrà di proprietà americana per tutto il XX secolo.

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DA TORRIJOS A NORIEGA

Il 9 Gennaio 1964 un gruppo di studenti espone una bandiera panamense nella zona del Canale: gli americani reagiscono e 9 ragazzi perdono la vita. Quattro anni dopo, l’11 ottobre ’68 la Guardia nazionale depone in un putsch militare il Presidente appena insediato Arnulfo Arias Madrid. obiettivo della nuova giunta che prende il potere è riconquistare la sovranità sul Canale appropriandosi degl’introiti che genera per finanziare le molte riforme che ha in programma.

Il contenzioso va avanti per diversi anni finché nel 1977 l’uomo forte del regime Omar Torrijos herrera e il Presidente statunitense Jimmy Carter firmano un trattato che prevede che la zona del Canale diverrà panamense il 1° Gennaio 2000.

Gli Stati Uniti, tuttavia, si riservan d’intervenire nel Paese a tutela dei propri interessi e della loro sicurezza nazionale.

Il 31 Luglio 1981 Torrijos muore in un misterioso incidente aereo: uomo forte di Panama diventa Manuel Antonio Noriega che dietro le quinte fa eleggere e deporre un presidente dietro l’altro. Washington che per anni ha avuto Noriega come proprio referente nell’America Centrale, nell’89 l’accusa di traffico di stupefacenti e il 20 dicembre di quell’anno invade il paese.

Noriega è arrestato e portato dinanzi alla giustizia americana, mentre il governo instaurato dagli statunitensi vara una riforma delle forze armate che mira a ridurne l’influenza in politica.

Col 2000 il Canale torna di propietà del paese: nel 2006 i cittadini approvano in un referendum la proposta per un suo ampliamento.

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GEOGRAFIA

La República de Panamá è uno Stato dell’America centrale, situato nella parte più stretta della regione istmica. In posizione diagonale ovest-est confina con la Colombia (frontiera orientale) e col Costa Rica (confine nordoccidentale).

Le sue coste son bagnate dal Mar delle Antille (nord) e dal Pacifico (sud).

Si estende per 75.517 km² ed ha una popolazione di 4,3 milioni d’abitanti.

La capitale è Panama, popolata da quasi un milione di persone.

Paese eminentemente marittimo, è percorso da Una catena montuosa di considerevole altitudine che divide il territorio in due pianure molto diverse: la prima, sul versante caraibico, è stretta e coperta di foreste pluviali; la seconda, sul versante del Pacifico, è più larga e boscosa. La principale risorsa economica è la navigazione sul canale con le relative attività commerciali e finanziarie. Inoltre, si coltivano prodotti tropicali e si estrae rame dai grandi giacimenti di Cerro Colorado. L’inquinamento dell’aria e dell’acqua nelle aree urbane è considerevole, come anche quello della Baia di Panama, in cui vengono immessi ogni anno 40 milioni di tonnellate di acque di scarico. Il “Tappo di Darién” – un’estesa area di foresta abitata da alcune etnie indigene, oltre che da varie specie animali – è minacciata a causa della costruzione di un’autostrada.

Oggi è luogo di transito dei migranti che dal Sud America cercano di raggiungere gli Stati Uniti attraversando tutta l’America Centrale fin al Rio Grande.

La maggior parte dei panamensi (64%) discende dall’integrazione fra spagnoli e indigeni. Il 14% è d’origine africana. I nativi formano tre etnie principali; i cunas, nell’isola di San Blas nei Caraibi, i chocoles, nella provincia di Darién e i guaymiés, nelle province di Chiriquí, Veraguas e Bocas del Toro.

Religioni: Cattolici (80%); protestanti, per lo più evangelici (10%); musulmani (5%); baha’i (1%); ebrei (0,3%); altri (3,7%).

Lingue: Spagnolo (ufficiale), inglese e wari wari, un dialetto che fonde termini spagnoli ed inglesi, diffuso nelle Antille.

Lo stato è una repubblica presidenziale: il Presidente, eletto ogni cinque anni a suffragio universale, guida anche l’esecutivo.

Il legislativo è costituito da un’assemblea nazionale, eletta contestualmente al primo cittadino.

E’ uno dei tre paesi latinoamericani con un’economia dollarizzata: la legislazione ne fa un “fiscal Haven” poiché permette la creazione di società anonime e conti bancari cifrati.

PIER LUIGI GIACOMONI

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NOTA:

[1] El Niño è un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni, con un periodo statisticamente variabile fra i tre e i sette anni.
Il fenomeno provoca inondazioni nelle aree direttamente interessate, ma anche siccità nelle zone più lontane ed altre perrturbazioni che variano a ogni sua manifestazione. I paesi in via di sviluppo che dipendono fortemente dall’agricoltura e dalla pesca, in particolare quelli che si affacciano sull’Oceano Pacifico, ne sono i più colpiti, sebbene si ritenga possa avere effetti anche su scala globale attraverso modificazioni della circolazione atmosferica in tutto il pianeta.

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