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CENTOCINQUANT’ANNI FA, LA PRESA DI PORTA PIA
(21 Settembre 2020)

ROMA. Il 20 Settembre 1870 un battaglione di bersaglieri entra a Roma, allora governata dal Papa e getta le basi per la riunificazione della città eterna e del Lazio al regno d’Italia e ad un nuovo cambio di capitale.

Già, perché al momento della sua proclamazione, Torino, Capitale del reame di Sardegna era stata proclamata capitale, poi nel 1865 Re e Parlamento si erano trasferiti a Firenze, seconda capitale: finalmente, come auspicato da molte voci risorgimentali, in seguito alla sconfitta di Napoleone III a Sédan (1° Settembre 1870) nella guerra con la Prussia, che avrebbe condotto sia alla cancellazione del Secondo impero, sia alla perdita da parte di Parigi di Alsazia e Lorena, sia alla proclamazione dell’impero di Germania a Versailles il 18 gennaio 1871, si giunse definitivamente alla consacrazione di Roma come centro della vita politica ed amministrativa del nuovo Stato.

E il Papa? Pio IX (Pontefice dal 1846) lasciò il Quirinale, palazzo in cui abitava e si ritirò in Vaticano e si dichiarò prigioniero dello Stato italiano, finché nel 1929 con la stipula dei Patti Lateranensi venne creato il microstato della Città del Vaticano riconosciuto oggi da oltre 190 Paesi.

Finisce il potere temporale dei papi nato nell’VIII secolo dai Franchi quando Pipino il Breve s’alleò con papa Stefano II per sconfiggere gli odiati Longobardi?

In un certo senso sì, in un altro no.

Sì perché il papa perde temporaneamente la sovranità su un territorio che nel momento della sua massima estensione andava da Roma a Ferrara, passando per Umbria, Marche e Romagna.

No perché lo Statuto Albertino riconosceva al cattolicesimo il ruolo di religione di stato e perché con la legge delle guarentigie, il Regno d’Italia assegnava al Pontefice una piccola fetta di territorio e la libertà d’intrattenere relazioni internazionali, precisamente come avrebbero poi sancito i Patti del 1929.

Inoltre, malgrado un certo rozzo anticlericalismo di maniera l’influenza del cattolicesimo in Italia continuò ad esser molto forte ancora per decenni.

Si può dire allora che il 20 Settembre 1870, la presa di Porta Pia, la ricongiunzione di Roma col resto d’italia sia stato un avvenimento inutile e sopravvalutato?

No, perché da lì, seppur con lentezza prende le mosse la modernizzazione dell’Italia, l’affermazione lenta ma graduale della laicità che è un valore sia per i cattolici che per i non cattolici.

Per l’intransigentismo cattolico è ancor oggi inaccettabile che le leggi dello Stato siano diverse dalle leggi di Dio, ma per la maggioranza delle persone è logico che sia così: divorzio, aborto, unioni civili sono norme adottate dal Parlamento per andar incontro a determinati nuovi diritti civili che la coscienza moderna esige riconoscere e che non sarebbero state possibili se non ci fosse stata la Presa di Porta Pia.

PIER LUIGI GIACOMONI

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