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CATALOGNA. Il giorno della Diada.
(11 settembre 2015).

BARCELLONA. Oggi, 11 settembre, è il giorno della “diada”, la festa della Catalogna.

Ricorda un evento triste nella storia di Barcellona: l’11 settembre 1714, le forze fedeli a Re Filippo V di Borbone entrarono nella capitale catalana ponendo fine ad un assedio che durava già da gran tempo.

Con quell’evento ebbe fine anche la guerra di successione spagnola innescatasi nel 1700 alla morte di Re Carlo III spentosi senza eredi legittimi.

Filippo V impose ai catalani una durissima repressione e mise al bando la lingua catalana. Inoltre una vasta area di Barcellona fu sottoposta ad un profondo riassetto urbanistico che ne modificò per sempre l’aspetto e l’organizzazione urbana.

Ogni anno, l’11 settembre è l’occasione per rinverdire l’antagonismo tra castigliani e catalani, soprattutto ora che il governo regionale della Catalogna, la Generalitàt, rivendica la separazione della regione autonoma dal resto della Spagna e, soprattutto ora che l’11 settembre segna l’inizio ufficiale della campagna elettorale per le elezioni regionali anticipate del 27 settembre prossimo.

Artur Mas, presidente uscente della Generalitàt e leader della coalizione indipendentista, vuole ottenere un mandato pieno per far deliberare dal nuovo parlamento catalano il distacco della regione dal resto della Spagna, andando oltre il dettato della costituzione del 1978 che non consente alle comunità autonome spagnole il diritto all’autodeterminazione.

Per questo, egli punta dichiaratamente alla maggioranza assoluta delle forze sovraniste nello scrutinio del 27 prossimo.

Un sondaggio di pochi giorni fa, apparso su El País, gli assegnava 68 seggi su 135, ma, come insegnano recenti esperienze fatte in altri Paesi, non è che ci si debba fidare ciecamente dei sondaggi.

In liniea di massima il sovranismo dovrebbe contare su circa 2 milioni di voti sui 7 che complessivamente han diritto al voto in Catalogna: sono coloro che l’anno scorso votarono “sì” al referendum autogestito del 9 novembre sull’indipendenza della regione. Se i partiti “spagnoli” dovessero però aggregare un numero sufficiente di voti per non far scattare la maggioranza assoluta del sovranismo, questa nuova avventura del Presidente Mas, come quella del 9 novembre 2014, si concluderebbe con una sostanziale sconfitta.

I sovranisti sostengono che la Catalogna produce ben di più del resto della Spagna ed ottiene da Madrid meno che altre regioni: interpellati, citano il caso dell’Andalusia che, essendo una regione grande e povera, riceve notevole sostegno economico anche dall’Unione Europea.
Tuttavia, sull’eventuale futuro d’una Catalogna indipendente pesa la probabile esclusione dall’Unione europea e l’esplodere dell’enorme debito della comunità autonoma, finora sostenuto dai finanziamenti del governo centrale.
Questo ed altro potrebbero pesare sull’esito delle elezioni catalane del 27 e far sfumare il progetto di separare la Catalogna dal resto della Spagna.

PIERLUIGI GIACOMONI

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