BOTSWANA. MASISI RIELETTO PRESIDENTE
(7 Novembre 2019)
GABORONE. «Io, Terrence Rannowane, ho l’onore di comunicare alla nazione ed al mondo intero che il dottor Mokgweetsi Eric Keabetswe Masisi è eletto Presidente della Repubblica del Botswana», dichiara il 25 ottobre davanti alla stampa il Capo della Corte suprema, incaricata di sovrintendere alle operazioni elettorali e certificarne l’esito.
La stessa fonte precisa che il Partito Democratico (BDP), al potere fin dall’indipendenza ottenuta nel 1966, ha ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento: infatti disporrà nella nuova camera di 38 seggi sui 57 direttamente eletti.
L’opposizione, riunita nell’Ombrello per il Cambiamento Democratico (UDC), acquisisce 15 mandati: integrano l’assemblea 6 deputati, 4 nominati dal Presidente e due proposti dall’opposizione.
Mokgweetsi Masisi diviene Capo dello Stato nell’Aprile 2018, dopo che il suo predecessore Seretse Ian Khama, 66 anni, ha rassegnato le dimissioni, in ossequio alla norma costituzionale che impone al Capo di Stato di rimanere in carica al massimo per due lustri consecutivamente.
In base alle previsioni degli esperti, queste avrebbero dovuto essere le elezioni più combattute della storia botswanese: in primo luogo perché il BDP ha subìto come vedremo una scissione, poi perché pareva alla vigilia dello scrutinio che il cartello delle opposizioni avrebbe potuto conquistare la maggioranza dei seggi.
I risultati ufficiali hanno dato nuovamente ragione al governo: ora Masisi però dovrà impegnarsi per ricucire gli strappi creatisi e rasserenare il clima politico.
Gli oppositori, pur di guadagnare visibilità, hanno tentato di coinvolgere nella contesa politica anche le forze armate, tradizionalmente neutrali e per legge appolitiche: un candidato dell’UDC ha pubblicato sulle reti sociali una foto nella quale vengono ritratti alcuni militari che protestano contro il Governo per le loro cattive condizioni di vita.
Lo Stato maggiore ha protestato per questo maldestro tentativo di coinvolgere l’esercito in una campagna condotta senza esclusione di colpi: l’UDC però ha implicitamente accusato le forze di sicurezza di non essere un soggetto del tutto al di sopra delle parti, dal momento che, per tutti i suoi spostamenti, il Presidente utilizza mezzi militari.
***
MOKGWETSI MASISI.
Cinquantotto anni, figlio di ministro, attore e professore di liceo, già ministro per gli Affari Presidenziali dal 2011 al ’14 e poi titolare dell’Educazione fino al ’18, è approdato alla massima magistratura dello Stato da un anno e mezzo: difatti, era Vice Presidente di Ian Khama e quando questi ha rinunciato alla carica il 1° aprile 2018, è salito di grado.
Per assicurarsi la rielezione ha compiuto una serie di mosse propagandistiche:
A. ha indetto le elezioni di mercoledì anziché di sabato, garantendo alla gente tre giorni di ferie pagate;
B. ha esteso la stagione della caccia di cui profittano volentieri coloro che lavorano nel settore turistico.
In precedenza ha compiuto altri atti significativi:
1. In 18 mesi di potere ha cambiato gli assetti interni al BDP, partito dilaniato da forti divisioni interne, facendosi incoronare come leader unico dotato di poteri quasi assoluti;
2. ha adottato provvedimenti in aperto contrasto col suo predecessore: per esempio, il 22 maggio ha autorizzato la caccia all’elefante, disponendo che possano essere eliminati 400 pachidermi in un Paese dove quest’animale è abbondante.
Negli ultimi anni, a causa della politica ambientalista dell’ex presidente, la popolazione pachidermica è passata da 135.000 a 160.000 esemplari.
Gli agricoltori accusano l’elefante di distruggere le colture, gli ecologisti ribattono che la sua eventuale scomparsa pregiudicherebbe la biodiversità, i critici sostengono che la fine della moratoria della caccia è un malcelato tentativo d’accalappiarsi i favori di tutti coloro che vogliono ridurre la presenza dei pachidermi nel territorio nazionale.
Le obiezioni degli ambientalisti, peraltro, non sono del tutto infondate: il 4 Settembre 2018 l’ONG Eléphants sans frontières denuncia il «peggiore episodio di bracconnaggio d’elefanti avvenuto in Africa»: più di 90 esemplari sono stati uccisi, dopo che le autorità avevano ordinato il disarmo dei «rangers» specializzati nella lotta contro la caccia di frodo. Il Ministro per il Turismo Tshekedi Khama, in una dichiarazione ufficiale, conferma l’eccidio e si dice «Molto preoccupato, molto inquieto».
Nondimeno, il 21 febbraio 2019 il governo revoca l’interdizione della caccia di animali selvatici, in vigore dal 2014, suscitando l’indignazione degli animalisti.
3. Per combattere l’alcolismo, piaga della società, ha imposto una tassa del 30% sulle bevande alcoliche.
Inoltre, ha intrapreso una lotta senza quartiere contro la corruzione, accusando Khama d’essersi arricchito indebitamente durante la sua presidenza: perciò l’ha escluso dalla gestione di beni dello Stato ed ha nominato suo fratello Tshekedi Khama, con cui è in dissidio, ministro per la Gioventù e lo Sport.
Di conseguenza, l’ex Presidente ha dichiarato che il BDP è morto ed ha fondato il Fronte Patriottico (BPF).
Il conflitto in atto è chiaramente uno scontro personale e di potere, più che una guerra ideologica tra gente che la pensa diversamente, tanto più che Khama, pur di battere Masisi, si è alleato con coloro che durante la sua amministrazione l’avversavano più ferocemente.
Tra questi spicca Duma Boko, avvocato di 50 anni, che per anni ha difeso gl’interessi dei Basarwa o Boscimani, discriminati dalle autorità di Gaboroni fin al punto d’essere deportati in riserve situate nel deserto del Kalahari, dove vi son solo pietre, arbusti secchi e poca acqua.
Come nel vicino Zimbabwe, nel primo decennio del secolo, gli avversari del regime sono in crescita anche se il botswana, come vedremo, è uno degli Stati africani meglio governati.
***
PAESE STABILE, MA DISEGUALE.
Il Botswana, già protettorato del Bechuanaland, diviene indipendente il 30 Settembre 1966: la Gran Bretagna che è il padrone del territorio, lo consegna nelle mani di sir Seretse Khama, già re della tribù tswana dei Bangwato.
Sir Seretse, Primo Ministro nella fase transitoria, si fa eleggere Presidente e fino alla morte, avvenuta nel 1980 domina la scena politica nazionale: tra i primi atti della sua amministrazione spicca l’accordo firmato nel 1969 che obbliga la multinazionale sudafricana De Beers a versare nelle casse dello Stato metà dei proventi ricavati dall’estrazione e dalla lavorazione dei diamanti, di cui è molto ricco il sottosuolo.
Le pietre preziose non vengono solo estratte ma anche lavorate in loco, producendo valore aggiunto.
I successori, Ketumile Masire (1980-98), Festus Mogae (1998-2008), Ian Khama (2008-18),tutti del BDP, hanno proseguito sulla stessa linea, consentendo allo Stato di creare un fondo sovrano “Pula Funds” che finanzia il bilancio dello Stato mediante le considerevoli riserve valutarie procurate dagl’introiti della vendita e lavorazione delle materie prime. finora il debito pubblico è pari al 13% del PIL, ma quest’anno è previsto in bilancio un incremento al 40%.
Accanto ai predetti diamanti, di cui è il terzo produttore mondiale, dal sottosuolo si estraggono anche carbone, uranio, oro, nichel, gas e rame.
Perciò, il settore industriale rappresenta il 30% del PIL, ma è il terziario (60%) a trainare l’economia,mentre l’agricoltura ha un ruolo marginale.
Regolarmente in testa alle classifiche internazionali per la governance e la trasparenza, è citato come un’eccezione in Africa, dove invece dilagano corruzione e malgoverno.
Rimane irrisolto il problema della diseguaglianza: il 16% degli Tswana vivono con 2 dollari al giorno ed il 18% delle persone attive è senza lavoro.
un abitante su 5 è affetta da HIV: per questo, è il primo Paese dell’Africa Australe ad aver introdotto un trattamento di farmaci retrovirali prodotto localmente che ha consentito d’elevare la speranza di vita alla nascita da 48 a 69 anni, secondo dati della Banca Mondiale.
***
DECRIMINALIZZATE L’OMOSESSUALITA’.
L’11 Giugno scorso, l’Alta Corte del Botswana, con un verdetto molto atteso, ha sentenziato che deve essere abolita la legislazione che criminalizza l’omosessualità.
Dopo l’Angola, il Sud Africa, le Seychelles ed il Mozambico, anche il botswana si aggiunge alla lista di coloro che in Africa non condanneranno più i gay a lunghe pene detentive od alla morte.
«gli articoli del codice penale che proibiscono le relazioni intime tra persone dello stesso sesso – ha detto il Presidente della Corte Michael Leburu – sono abrogati.»
Contrariamente a quanto stabilito l’Alta corte kenyana, interpellata sullo stesso argomento, per i giudici botswanesi le leggi antigay, introdotte nel 1965, quando il Paese era una colonia britannica, sono un retaggio dell’era vittoriana e violano la costituzione che prescrive l’uguaglianza giuridica di tutti i cittadini.
In Africa, al presente, su 49 Stati dell’area sub-Sahariana ben in 27 si rischiano pene durissime per gli omosessuali: si va dall’ergastolo alla pena capitale.
***
IL BOTSWANA.
La Repubblica del Botswana è uno Stato dell’Africa meridionale senza sbocco al mare: confina ad ovest con la Namibia, a nord con lo Zambia, ad est con lo Zimbabwe ed il Sud Africa a Sud.
Si estende su una superficie di 600.372 km² ed è abitato da 2,3 milioni d’abitanti.
Il territorio è formato da un altopiano che raggiunge un’altitudine di 1.000 metri sul livello del mare: solo il 40% è utilizzabile per la coltivazione perché il restante 60% è occupato dal deserto del Kalahari, presente anche nei vicini Sud Africa e Namibia, area inospitale dove crescono arbusti spinosi e manca l’acqua.
I tre principali gruppi etnici bantu sono gli tswana (66,8%), gli shona (14,8%) e i Ndebele (1,7%).
Tra i non Bantu spiccano i Basarwa (boscimani o khoisan (1,3%) e ottentotti (1,3%).
Completano il quadro un numero consistente di bianchi e meticci (14,1% della popolazione).
Diversamente da quanto accaduto in sud Africa e in Zimbabwe i rapporti tra bianchi e neri sono sempre stati pacifici sia prima dell’indipendenza che dopo: sir Seretse Khama aveva sposato una donna bianca.
LINGUE
Nel 2016 l’ONG britannica Survival International ha denunciato la politica segregazionista delle autorità, simile all’Apartheid, che obbliga i Boscimani a chiedere, sotto pena d’essere incarcerati, un permesso per rendere visita ai propri parenti che vivono nel kalahari.
Le lingue ufficiali sono l’inglese ed il Setswana, parlato da quasi l’80% della popolazione; le religioni più diffuse, cristianesimo ed animismo.
Il livello d’alfabetizzazione è pari all’85%, mentre la speranza di vita alla nascita è pari a 68 anni.
Secondo la classifica dell’Indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite il botswana è al 108° posto su 188 paesi, primo in Africa.
la Capitale è Gaborone (231.592 abitanti), che insieme a Francistown è l’unica grande città del paese: il territorio è suddiviso amministrativamente in nove distretti.
lo Stato è una Repubblica presidenziale: il Capo dello Stato, eletto per un mandato di cinque anni contestualmente al parlamento, nomina e presiede il governo. Il Parlamento è formato da due camere: la Camera dei Capi, non elettiva, vede la presenza dei leader delle diverse tribù,la camera dei Comuni, eletta a suffragio universale, designa subito dopo la sua costituzione il nuovo Capo di Stato.
In economia, grande importanza ha l’industria estrattiva e di raffinazione dei minerali, seguita dal turismo: Il PIL pro capite è pari a 6.972 US$ e l’inflazione è stata del 3,5% nel 2018.
***
LIBRI SUL BOTSWANA.
alexander mcCall Smith è l’autore che in questi decenni ha fatto conoscere al mondo questo paese dedicando una serie di libri al personaggio di precious Ramotswe la prima detective donna del Botswana, coadiuvata dalla sua segretaria, codetectiive Grace Makutsi.
Le due combattono coi mezzi che hanno a disposizione le ingiustizie e i soprusi della società botswanese.
Oltre a ciò mcCall Smith ha messo per iscritto una serie di fiabe della tradizione africana.
Guanda ha pubblicato, nella serie di Precious Ramotswe e della sua Ladies’ Detective Agency N. 1: Le lacrime della giraffa, Morale e belle ragazze, Un peana per le Zebre, Il tè è sempre una soluzione, Un gruppo di allegre signore, Scarpe azzurre e felicità, Il buon marito, Un miracolo nel Botswana, L’ora del tè, Utili consigli per il buon investigatore, Un matrimonio all’aperto e L’accademia dei detective;
Sempre per Guanda sono uscite le raccolte di racconti africani La ragazza che sposò il leone e Il leone e la lepre.
Alexander McCall Smith, nato e cresciuto in Africa, è professore di diritto presso l’Università di Edimburgo ed è stato vicepresidente della commissione per la genetica della Gran Bretagna. Prima di dedicarsi alla narrativa, ha scritto molti libri di altro genere.
PIER LUIGI GIACOMONI