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I BAMBINI E LA PUBBLICITA’
(27 novembre 2015).

BOLOGNA. Da qualche tempo, noto che nelle pubblicità radiofoniche (non guardo quasi mai la tv, ma immagino che la situazione sia uguaale) sta pericolosamente aumentando la presenza di bambini, anche molto piccoli, negli spot pubblicitari.

La nostra società è molto strana: da un lato tende ad essere molto protettiva nei riguardi dell’infanzia, dall’altro abbassa volentieri la guardia quando si tratta del business.

E’ cosa nota da decenni che la presenza del bambino nella pubblicità fa, o dovrebbe, far aumentare le vendite. Ciò è comprensibile che accada quando lo spot riguarda prodotti che si rvolgono all’infanzia (merendine, giocattoli…), è, almeno per me, meno comprensibile quando si tratta di automobili o, addirittura, furgoni.

Eppure, il bambino viene esibito con assoluta frequenza, disinvoltura e, oserei dire, pervasività.

Forse, ci vorrebbe un soprassalto d’indignazione dell’opinione pubblica per ridimensionare questo sfruttamento dell’immagine e della corporeità dei bambini.

PIERLUIGI GIACOMONI

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