LE COMORE FINALISTE ALLA CAN 2021
(10 Aprile 2021)
MORONI. La nazionale di calcio delle isole Comore sarà presente per la prima volta alla fase finale della CAN (Coppa d’Africa per Nazioni), in programma a giugno.
La rappresentativa si è qualificata pareggiando 0-0 col togo: la notizia, riferiscono le fonti, è stata accolta con festeggiamenti nell’arcipelago, consentiti dal governo, malgrado le misure restrittive imposte per evitare la propagazione del Coronavirus.
Ma l’evento per i comoriani era così grosso che le autorità non se la son sentita di vietare i festeggiamenti.
Questa notizia ci fornisce l’occasione per focalizzare la nostra attenzione su questo arcipelago dalla storia politica notevolmente tormentata.
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I COMORIANI.
I primi abitanti delle Comore sono persone provenienti dall’Africa orientale che parlano Ky-Swahili, la lingua franca che è usata in mezzo continente dal Kenya al Mozambico, dalla tanzania al Congo orientale.
Ad essi si aggiungono emigranti provenienti dall’Asia, come nel vicino Madagascar.
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L’ARRIVO DEGLI EUROPEI.
I primi bianchi ad esplorare l’arcipelago sono i Portoghesi nel 1505,cui seguono gli Inglesi e gli Olandesi, tra il XVI ed il secolo successivo.
Tuttavia, sono i Francesi, che già hanno forti interessi nell’Oceano indiano meridionale a metter le mani sull’arcipelago, giacché la loro presenza nell’area è più costante.
parigi stabilisce un insediamento a Madagascar sud nel 1634 ed occupa le isole di Réunion e Rodrigues; nel 1715 reclama il possesso di Mauritius (Ile de France), e nel ’56 l’arcipelago delle Seychelles.
Però, nel 1814 è costretta a cedere al Regno Unito tutte queste isole, tranne Réunion, tuttora territorio d’oltremare francese.
Per decenni, Parigi cerca di impadronirsi delle Comore, favorendo la rivalità tra i diversi sultani che governano i diversi territori, anche se rischia d’entrare in conflitto con Germania e Regno Unito che hanno interessi in quella zona.
Solo nel 1912, la Francia può dire di controllare tutto l’arcipelago, trasformandolo in una propria colonia.
L’amministrazione coloniale decreta la fine della schiavitù, sebbene le differenze tra i discendenti degli schiavi e le persone libere rimangano evidenti per decenni.
Lo standard sanitario della popolazione migliora nettamente, grazie all’introduzione di moderni medicinali e vaccinazioni, determinando un considerevole incremento demografico (+50%) tra il 1900 e il ’60: tuttavia la dipendenza economica del territorio dalla Francia rimane totale.
Le grandi piantagioni di vaniglia, ylang-ylang, cacao, gomma ed altri prodotti tropicali sono nelle mani di multinazionali che ricavano enormi profitti dall’esportazione di queste materie prime.
I guadagni normalmente non vengono reinvestiti per migliorare le infrastrutture nel paese: conseguenza, emigrazione di molti comoriani in Francia e nel vicino Madagascar in cerca di lavoro e di riscatto economico: l’afflusso nella “grande isola” di questi gastarbeiter provoca l’esplosione di conflitti coi malgasci che li vorrebbero rinviare al loro arcipelago.
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DA COLONIA A STATO INDIPENDENTE.
Nel 1946, le Comore divengono un Dipartimento d’Oltremare francese (DOM), cosa che permette agli abitanti d’eleggere un deputato all’Assemblea Nazionale a Parigi; nel ’57, in conformità con la legge quadro Defferre del 23 giugno 1956, è eletto un consiglio di governo in ciascuna delle quattro isole
Una costituzione relativa all’autogoverno interno dell’arcipelago è promulgata nel 1961, dopo che in un referendum tenutosi nel 1958 la stragrande maggioranza dei comoriani ha chiesto di rimanere parte integrante dello stato francese.
Il sistema di autogoverno consiste in un’assemblea territoriale di 39 membri nel 1975 e in un consiglio di governo costituito da un numero variante di ministri, da sei a nove.
Costoro sono responsabili dinanzi al parlamento.
Nel 1973 Francia e Comore definiscono il percorso che condurrà il territorio alla piena indipendenza, ma il 6 luglio 1975 l’assemblea di Moroni approva una risoluzione unilaterale che proclama la Repubblica: i soli deputati di Mayotte si astengono, perché la popolazione della loro isola si è già pronunciata nel Dicembre ’74 contro l’ipotesi di separarsi da Parigi in modo netto (61,8% di voti).
Le Comore, comunque, divengono uno stato sovrano e il loro primo Presidente è Ahmed Abdallah Abderemane (1919 – 1989): questi manterrà la carica per meno d’un mese perché un’insurrezione lo deporrà durante il primo d’una lunga serie di colpi di Stato che caratterizzeranno il percorso di questo tormentato arcipelago.
Il 3 Agosto ’75, infatti, Ali Soilih (1937 – 1978), un ateo con forti legami politici con le locali confraternite islamiche, prende il potere.
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Soilih vuole modernizzare il Paese, perciò impone come ideologia dominante il marxismo: presto si faranno sentire le opposizioni, ma anche le interferenze straniere che non vogliono che l’arcipelago diventi un avamposto comunista nell’Africa meridionale.
Così, il 13 Maggio 1978, all’alba, il celebre mercenario francese Bob Denard, (all’anagrafe Gilbert Bourgeaud, 1929 – 2007), in stretti rapporti con la Francia di Giscard d’Estaing, sbarca sull’arcipelago, rovescia Soilih, uccidendolo, riporta al potere Abdallah, che lo ricompensa affidandogli la guida della guardia presidenziale: è l’operazione Atlantide.
Per dieci anni, Denard diviene il padrone assoluto delle Comore: in combutta coi sudafricani compie azioni ostili ai governi neri dell’Africa centromeridionale, colpendo in particolare il Mozambico e l’ANC, (African National Congress) che si oppone alla politica dell’apartheid applicata in sud Africa.
di fatto, l’arcipelago permette a Pretoria d’importare armi, violando le sanzioni decretate dalla Comunità internazionale.
Tutto cambia però nel 1989: con la fine della guerra fredda la presenza di Denard sulla scena africana diviene meno importante, così il Presidente comoriano Abdallah cerca d’allontanarlo dal potere: risultato, nuovo Putsch e sospetta morte del Capo di Stato.
Said Mohamed Djohar (1918 – 2006) diviene presidente, ma i tentativi di rovesciarlo si susseguono: nel ’91 il parlamento prova a deporlo, nel ’92 i figli di Abdallah suscitano un fallito golpe, nel ’95 di nuovo Denard occupa di nuovo l’arcipelago: è l’operazione Kaskari.
Jacques Chirac si oppone al nuovo golpe e manda le truppe: il 4 ottobre ’95 Denard e i suoi si arrendono. Pochi mesi dopo Djohar torna dall’esilio e riprende le sue funzioni.
Denard è arrestato e tradotto alla Santé, ma presto sarà libero di operare in altri scacchieri (Congo, Afghanistan…).
Nel marzo ’96, Mohamed Taki Abdoulkarim (1936 – 1998), un membro del governo civile che Denard aveva tentato di rovesciare, diviene Presidente della Repubblica, aggiudicandosi le elezioni: non porterà a termine il suo mandato perché morrà il 6 Novembre 1998 creando le condizioni per una nuova instabilità.
Infatti, nel ’99 nuovo colpo di Stato. Il potere vien assunto dal Colonnello Azali Assoumani (1959) che resisterà a diversi tentativi di golpe e manterrà il potere fino al 2006: nel 2002 diverrà Capo di Stato eletto a suffragio universale.
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TENTATA SECESSIONE.
Per questo piccolo arcipelago è alto però il rischio d’andare in frantumi: nel 1997, le isole di Anjouan e Mohéli dichiarano unilateralmente la loro indipendenza: Moroni, in un primo momento, reagisce inviando truppe che non riescono a schiacciare la rivolta, così si aprono negoziati che portano nel ’98 al reintegro di Mohéli, mentre Anjouan resiste ancora un anno, finché non scoppiano sull’isola conflitti interni che conducono il 1 Agosto 1999 alle dimissioni dell’ottantenne Presidente locale Foundi Abdallah Ibrahim.(1922? – 2018).
Said Abeid (1941) diviene coordinatore nazionale, ma il 9 agosto 2001, le forze armate sull’isola lo rovesciano: Mohamed Bacar (1962) diviene capo d’una giunta che avvia negoziati coi secessionisti, malgrado debba fronteggiare tre tentativi di golpe in un trimestre.
Nel 2002 alle elezioni presidenziali Mohammed Bacar è eletto Presidente di Anjouan per un mandato di cinque anni.
Per evitare ulteriori frantumazioni, nel 2001 si decide di creare l’Unione delle Comore: le tre isole, secondo il testo adottato,godranno d’una larga autonomia, ciascuna eleggerà propri presidenti ed assemblee ed a livello nazionale, vi sarà un’assemblea federale ed un Presidente a turno proveniente da ciascun membro della federazione.
Così, nel Maggio 2006, Ahmed Abdallah Sambi (1958) è eletto da Anjouan Presidente dell’Unione delle Comore: egli gode di molto rispetto anche nella sua qualità di mullah sunnita, avendo studiato in Sudan, Iran ed Arabia Saudita. Pur essendo chiamato “Ayatollah” dai suoi supporter, è in realtà un musulmano moderato e si batte contro l’islamizzazione dello Stato.
Nel 2011 viene eletto un presidente proveniente da Mohéli, ma nel ’16 ricompare sulla scena Assoumani che è proclamato eletto, malgrado l’opposizione denunci gravi irregolarità e si verifichino scontri tra polizia e dimostranti.
due anni dopo propone modifiche alla costituzione che permettono una nuova elezione del Presidente in carica e l’anno successivo ottiene un nuovo mandato.
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LE ISOLE COMORE.
GEOGRAFIA.
L’Unione delle Comore è un arcipelago di tre isole vulcaniche (Grande Comore, Mohéli e Anjouan) situato nella parte settentrionale del canale di Mozambico, il braccio di mare che separa l’Africa da Madagascar.
Copre una superficie di 1.862 km² ed è abitato da 813.000 persone, in maggioranza (86%) arabo-africani; tuttavia, vi sono anche discendenti dei coloni francesi che hanno vissuto qui per molti decenni.
La religione prevalente è l’islam, con una forte minoranza cristiana.
Le lingue più parlate sono lo shikomor o comoriano, un dialetto swahili, ma sono diffusi anche il francese, l’arabo e il malgascio. Circa il 57% della popolazione sa leggere l’alfabeto latino, il resto usa quello arabo.
Molti comoriani vivono all’estero, in particolare in Francia e nel vicino Madagascar: la squadra nazionale che si è qualificata per le fasi finali della CAN è formata perloppiù da atleti che militano in club francesi.
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LO STATO.
L’Unione delle Comore è uno stato federale: le tre isole dispongono d’una larga autonomia: economia, imposte, sanità e giustizia sono le competenze ad esse assegnate.
Il Governo centrale si occupa della politica estera, la difesa.
Il potere legislativo è esercitato da un’assemblea federale di 33 membri eletti ogni cinque anni: 24 sono designati a suffragio universale, 9 dalle assemblee territoriali.
Ogni isola ha una propria assemblea locale: Grande comore (20 membri), anjouan (25), Mohéli (10).
Il Presidente della Repubblica riveste la carica per un lustro: fino ai mutamenti costituzionali decisi col referendum del 2018, non era immediatamente rieleggibile.
Il Capo dello Stato nomina il Primo ministro e il consiglio dei ministri.
Le due massime istanze giudiziarie del Paese sono l’alta corte e la corte suprema, quest’ultima investita del ruolo di controllore della costituzionalità delle leggi e della correttezza delle elezioni.
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ECONOMIA E MEDIA.
Le Comore sono uno dei 21 Stati più poveri del mondo: la popolazione vive di pesca e di agricoltura: i principali prodotti d’esportazione sono la vaniglia, l’Ylang-ylang, un ingrediente usato nell’industria profumiera, di cui è il massimo produttore mondiale. Non è autosufficiente sul piano alimentare.
La radio è il media dominante nel paese: lo stato detiene un network nazionale in competizione con le emittenti regionali e le stazioni di proprietà privata.
c’è anche una TV nazionale ed alcune stazioni private.
Da Mayotte giungono in alcune parti dell’arcipelago i programmi realizzati dalle stazioni operanti sull’isola tuttora francese.
I giornali sono pochi e prevalentemente settimanali: la testata più diffusa è Al-Watwan, che si pubblica a Grande comore e Kwezi che esce a Mayotte.
La costituzione garantisce la libertà di stampa e di parola tuttavia i giornalisti tendono ad autocensurarsi, sostiene Reporter senza Frontiere.
Vi sono 59.000 internauti (2016), secondo Internetlivestats.com, ma l’accesso alla rete è fortemente condizionato dalla carenza di infrastrutture che rende la navigazione difficoltosa, sempre stando a RSF.
PIER LUIGI GIACOMONI