GIAPPONE AKIHITO PRONTO AD ABDICARE
(9 agosto 2016).
TOKYO. Con una mossa inconsueta, l’imperatore del Giappone, akihito, 82 anni, è comparso ieri sui teleschermi del Paese per annunciare d’aver intenzione d’abdicare dal trono a causa della tarda età e delle precarie condizioni di salute.
Le parole del sovrano. «Quando penso che il mio livello di forma fisica sta gradualmente diminuendo, sono preoccupato che possa diventare difficile per me svolgere i miei doveri come simbolo dello Stato con tutto me stesso come ho fatto finora.»
Con queste parole l’imperatore si è rivolto alla nazione.
E’ il secondo messaggio televisivo in 27 anni di regno. Il primo fu cinque giorni dopo il devastante tsunami
dell’11 marzo 2011, che causò il disastro nucleare di Fukushima.
In quell’occasione, il sovrano fece un appello all’unità del Paese di fronte alle conseguenze della catastrofe nucleare, provocata dal maremoto.
Questa volta, sua Maestà lascia chiaramente intendere che è pronto a rinunciare al trono.
L’iniziativa di Akihito, però, cozza contro il testo della Costituzione giapponese del 1946 che non prevede che il capo dello Stato possa abdicare.
Ecco perché il Primo Ministro Abe shinzo ha commentato le parole imperiali dichiarando di prenderle molto sul serio, ma ha anche aggiunto:
«Riflettendo sull’attuale stato dei doveri pubblici dell’imperatore, la sua età e il peso dei suoi impegni dobbiamo considerare cosa è possibile fare.»
Akihito. E’ il centoventicinquesimo imperatore del Giappone. E’ il primo figlio maschio dell’imperatore Hirohito, colui che nel 1945, con un audiomessaggio, divenuto storico, dichiarò, sotto la pressione degli stati Uniti, che
stavano occupando il suo regno, che la sua natura non era divina, ma umana.
Salito al trono nel 1989, alla morte del padre, ha più volte espresso pubblicamente rimorso per quanto fatto dai
soldati nipponici durante la seconda guerra mondiale.
Tale rimorso è stato nuovamente esternato durante una visita ufficiale nelle Filippine, avvenuta a giugno.
A sostituirlo sul trono dovrebbe essere il figlio maggiore, il principe Naruhito, 56 anni, primo in linea di
successione.
Il momento storico. L’annuncio dell’abdicazione imperiale avviene nel momento in cui in giappone stanno decisamente rialzando la testa gruppi d’estrema destra che non hanno mai accettato la sconfitta del 1945 e che vorrebbero che
il Sol Levante fosse più aggressivo sullo scacchiere asiatico.
In parte, queste forze sono state incoraggiate dalla politica del premier Abe che ha fatto approvare dal Parlamento una legge che consente alle forze armate d’intervenire in teatri di guerra dove sono attaccati gli alleati di
Tokyo.
La legge, nei fatti, va contro l’articolo 9 della costituzione giapponese del 1946 che dichiara che il Giappone rinuncia per sempre alla guerra.
Abe, in questo momento, si sente molto forte: i dati economici gli sono favorevoli ed il suo partito, il
liberaldemocratico, al potere quasi ininterrottamente dal 1955, ha stravinto il 10 luglio scorso le elezioni per il rinnovo di metà della Camera dei Consiglieri (Senato).
Così, è molto probabile che l’operazione abdicazione, con l’adozione del relativo emendamento costituzionale, vada in porto, ma è anche probabile che le manifestazioni di rinnovato nazionalismo che accompagneranno l’insediamento del nuovo imperatore, contribuiranno ad accrescere la tensione coi vicini, Cina e Corea, in primo luogo.
PIERLUIGI GIACOMONI