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PASSANTE DI MEZZO. FACCIAMO IL PUNTO
(22 Settembre 2017)

BOLOGNA. L’anno scorso, di questi tempi, eravamo nel pieno del confronto pubblico per il Passante autostradale di

Bologna: incontri, riunioni, seminari, documenti, era tutto un fiorire d’iniziative.

Da allora è un po’ calato il silenzio su un’opera che sarà di notevole importanza per la città.

Ci pare allora venuto il momento di fare il punto della situazione.
***
Cronologia.
15 Aprile 2016: Comune di Bologna, Regione Emilia-romagna, città Metropolitana, Ministero per le Infrastrutture e

società Autostrade firmano a Bologna l’accordo per la realizzazione del Passante autostradale.

Maggio 2016: Alla Fattoria si svolge una tesa assemblea pubblica, presente il sindaco, nel corso del quale emergono

le prime perplessità sul progetto, ma anche gli atteggiamenti pregiudizialmente contrari di alcune persone che non

vogliono confrontarsi sul merito, ma inasprire il conflitto, anche perché sentono d’aver l’appoggio di alcune forze

politiche, in quel momento interessate a raccoglier voti, giacché si era in campagna elettorale per il rinnovo dei

poteri comunali e quartierali.

22 Luglio 2016: Il preprogetto redatto dalla Società Autostrade è presentato al Consiglio Comunale;

Settembre-Novembre 2016: si svolge nei quartieri coinvolti dall’opera il confronto pubblico che prevede una serie

d’incontri coi cittadini per l’illustrazione del progetto e per il raccoglimento delle proposte di modifica.

Anche i consigli di quartiere, compreso il nostro, elaborano delle proposte di modifica. L’obiettivo è di

migliorare l’opera, salvaguardando il sacrosanto diritto alla salute.

16 Dicembre 2016: Il Comune e Società Autostrade firmano il progetto definitivo: Società Autostrade accoglie alcune

delle proposte di modifica avanzate da cittadini e quartieri.

Le più importanti sono:

1. nuova uscita della Tangenziale al Lazzaretto;
2. copertura antirumore in zona Croce del Biacco;
3. passerella ciclabile a Croce Coperta;
4. nuovo ponte sul Reno a Borgo Panigale;
5. parziale chiusura dell’uscita 9 della Tangenziale.

10 Gennaio 2017: Si apre la procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) condotta dal Ministero per

l’ambiente. Entro sessanta giorni gli enti interessati potranno presentare a Roma le loro osservazioni sul

progetto.

1° Marzo 2017: ARPAE e AUSL, intervenute durante i lavori della Commissione Urbanistica e Mobilità del Consiglio

comunale, suggeriscono di chiedere approfondimenti sul rischio ambientale e sanitario.
Il Comune fa proprie le richieste di questi due enti, adottando un documento predisposto dall’assessorato

all’Urbanistica ed approvato dalla giunta.

«La Città Metropolitana – scrive l’amico Andrea De Pasquale – osserva che il verde di mitigazione previsto

nell’Accordo (130 ettari) deve essere inteso come aggiuntivo a quello attuale, anche
a costo di espropri, mentre il progetto di Autostrade è orientato ad una “forestazione intensiva” del verde

pubblico già esistente, circa 90 ettari, facendo
così mancare l’obiettivo di dotare la città di nuove aree verdi.»

Marzo: la società aeroportuale obietta che le modifiche previste sullo svincolo 4 (di cui verrebbe chiuso un

braccio, facendolo confluire sul contiguo 4bis), peggiorano l’accessibilità allo scalo: chiede che sia mantenuto il

doppio svincolo e sia previsto un casello autostradale apposito dedicato all’aeroporto.

Aprile: L’Ente Fiera sostiene che il progetto di Passante, così come configurato, pone problemi di traffico e di

parcheggio in occasione di grandi manifestazioni: chiede pertanto di rimettere mano al casello autostradale della

Fiera e alla viabilità intorno.

Maggio: il Ministero per l’Ambiente, attraverso la Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale pone ad

Autostrade una lunga serie di richieste di integrazione, tra cui alcune sul piano di cantierizzazione e sui rumori,

soprattutto notturni, in fase di realizzazione.

Giugno: Autostrade presenta il progetto completo delle integrazioni richieste dai vari enti. Si tratta di 277

documenti, tra planimetrie, tavole, elaborati e relazioni, ciascuno di centinaia di pagine. Un malloppo di lunga e

difficile digestione, reperibile sul sito della Regione, sul quale gli uffici tecnici degli enti locali devono

chinarsi.

«Al termine di questo esame – conclude De Pasquale – dovrà essere dato un parere finale alla Regione, che

riassumerà le ultime osservazioni degli enti territoriali
e le presenterà al Ministero, titolare della procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), quella avviata a

gennaio e dentro la quale si collocano
tutti i passaggi sopra elencati.»

Alla fine di questa lunga ed articolata procedura, le questioni principali rimaste in piedi sono:

1. Costante monitoraggio della qualità dell’aria e del rumore, sia in fase di cantierizzazione che durante

l’esercizio dell’opera;
2. Utilizzazione d’asfalti fonoassorbenti ed estensione di barriere acustiche di qualità;
3. Le gallerie devono esser dotate d’impianti d’aspirazione e filtraggio di fumi e polveri;
4. Miglioramento dei percorsi e aumento delle ricuciture urbane, piuttosto carenti nel progetto originario;
5. Realizzazione di tutto il verde previsto, non limitandosi alle aree pubbliche.
***
Alcune assurdità. Tra le cose che sono state dette e scritte che non hanno fondamento ve ne sono alcune che

meritano d’esser evidenziate:

c’è chi ha sostenuto che la chiusura parziale dello svincolo 9 della tangenziale (quella che sbocca sulla via San

Donato in prossimità della chiesa di san Donnino):

1. peggiorerebbe l’accessibilità a FICO;
2. danneggerebbe il commercio di vicinato;
3. l’uscita più vicina (8 bis) sarebbe “ad alcuni chilometri” di distanza.

«La chiusura parziale dell’uscita 9 – evidenzia De Pasquale – (solo per chi proviene da Casalecchio, in direzione

San Lazzaro, e si immette sulla San Donato da nord) non era nel
progetto del Passante: è stata inserita in quello di dicembre dopo che diversi cittadini di San Donato, nel

confronto pubblico di fine 2016, ne hanno fatto
richiesta (ricordo io stesso alcuni interventi in tal senso in uno degli incontri pubblici sul territorio). È stata

recepita per venire incontro ai residenti,
e anche – a mio giudizio – perché oggi, a differenza degli anni ’60 (data di realizzazione della tangenziale), si

preferisce separare il traffico di attraversamento
(veloce, incanalato) da quello di penetrazione in una zona residenziale (lento, capillare), quale indubbiamente è

quella intorno a San Donnino.

Quanto alle preoccupazioni per FICO, l’uscita 8bis non è a pochi chilometri, bensì a 500 metri dalla 9; sbocca su

viale Europa, che è collegato direttamente alla stessa rotonda di accesso al Meraville dove arriva pure la via San

Donato, la quale però conta, dalla tangenziale alla rotonda, ben 5 semafori, mentre
viale Europa solo 2. Tanto che già oggi chi deve andare da Bologna verso il Meraville preferisce largamente viale

Europa (arteria di scorrimento veloce, a 3 corsie) rispetto a via San Donato (più stretta, più lenta, e di servizio

alle abitazioni circostanti). Inoltre in prospettiva la viabilità definitiva per FICO prevede addirittura di

servirsi dell’uscita 12, prendendo a nord la Lungosavena, proseguendo lungo il tratto oggi mancante (a scavalco

della san Vitale), innestandosi sul nuovo asse già esistente fino alla rotonda Santilli (anch’essa già pronta) e da

lì arrivare a destinazione – di fatto – su una superstrada dedicata, che non interferisce con la viabilità di

quartiere.»

Quanto ai timori per il piccolo commercio locale, le vere preoccupazioni per i negozianti sono i numerosi

ipermercati e centri commerciali che stanno sorgendo in questa zona.

Questi luoghi già oggi attraggono notevoli ondate di consumatori che possono beneficiare d’una vasta scelta di

prodotti, diorari d’apertura molto estesi e di parcheggi dove lasciare la macchina.
***
Considerazioni conclusive. Sul progetto del Passante autostradale di bologna si appuntano molte osservazioni

critiche ed anche atteggiamenti pregiudizialmente contrari.

I punti deboli di chi, in modo preconcetto, si oppone a quest’opera secondo me sono due:

1. Bologna, che ci piaccia o no, è un grande nodo di traffico su cui convergono molte linee autostradali e

ferroviarie: ciò è una fortuna per la città e per la regione che la contorna, ma è anche una sventura perché su

Bologna gravita molto traffico commerciale che si muove su gomma.

2. Immaginare che si possa sostituire tale realtà col servizio ferroviario metropolitano, le auto elettriche o le

piste ciclopedonali, equivale a rinviare alle calende greche la soluzione dei problemi del nodo stradale ed

autostradale bolognese.

Anche lasciando le cose così come sono l’aria che respiriamo noi che viviamo nei pressi della tangenziale è già

oggi notevolmente inquinata, specialmente quando l’alta pressione non favorisce il ricambio d’aria.

La Pianura padana, infatti, è come un catino, circondata com’è da catene montuose che ci riparano da certe

perturbazioni, ma che appunto favoriscono la stagnazione dei venti, dell’umidità e degl’inquinanti.

Inoltre, è la parte d’Italia con la maggiore concentrazione di persone, industrie ed attività economiche, al punto

che alcuni geografi hanno parlato d’un’unica grande conurbazione che si connette con altre aree fortemente

urbanizzate ed industrializzate d’Europa.

PIER LUIGI GIACOMONI
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Nota: Ho preso molte delle informazioni qui proposte dalla newsletter “Bologna e dintorni”, scritta dall’amico

Andrea De Pasquale, apparsa nello scorso luglio.

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