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L’AUSTRIA SCEGLIE UN NUOVO PRESIDENTE
(24 aprile 2016).

VIENNA. L’Austria è uno di quei Paesi di cui si parla poco: occupa il centro della scena mondiale il 1° Gennaio quando nella sala del Musiksverein, addobbata a festa, risuonano i valzer degli Strauss, scritti quando alla Hofburg c’era un imperatore piuttosto potente, poi sparisce dai radar della cronaca internazionale, perché è un posto tranquillo, dove non accade mai niente.

Certo, in queste ultime settimane Vienna ha fatto parlare di sé: per bloccare l’afflusso di migranti sul suo territorio, ha bloccato le frontiere con Italia e Slovenia.

Le ragioni di tale scelta, in netto contrasto con la politica della UE di libera circolazione delle persone, erano legate al timore di un risultato sconvolgente alle elezioni presidenziali in programma per oggi, 24 aprile.

Infatti, proprio la questione migranti è stata al centro del dibattito preelettorale: il candidato dell’estrema destra, Norbert Hofer, ha promesso che se sarà eletto Presidente della Repubblica farà il possibile per bloccare l'”invasione”, così l’ha definita, dei profughi provenienti dal Medio Oriente.

Anche se, secondo la costituzione, il Presidente della Repubblica Federale, il cui mandato è di sei anni, dispone d’un potere poco più che cerimoniale, il successo di un candidato di destra o di uno dei partiti di opposizione è destinato a ripercuotersi sul quadro politico generale.

Fin dalla sua ricostituzione, nel 1945, la Repubblica Federale Austriaca è stata dominata da due partiti l’SPö (socialdemocratici) e l’öVP (popolari).

Queste due forze politiche si sono alternate al governo, oppure, come in questi ultimi anni, hanno governato insieme in una “GrosseKoalition”.

Vuoi i frequenti scandali di corruzione, vuoi gli umori xenofobi crescenti in seno a vasti strati della popolazione, in linea con quanto sta accadendo in altri piccoli Stati europei, vuoi un certo logoramento determinato dal lungo periodo di governo, hanno fatto perder voti ai due partiti tradizionali ed hanno messo le ali all’estrema destra.

le prime informazioni che giungono da Vienna indicano che il candidato dell’FPö Norbert Hofer otterrebbe il 36,7%, mentre al secondo posto si piazzerebbe il verde Alexander Van Der Bellen che conquisterebbe il 19,7%.

Eliminati dal secondo turno tutti gli altri candidati, compresi quelli proposti dai socialdemocratici e dai popolari.

Resisterà, allora, fino al 2018, il governo di grande coalizione diretto dal cancelliere socialdemocratico Werner Fayman o si andrà, magari in autunno, verso nuove elezioni legislative?

PIERLUIGI GIACOMONI

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