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BURKINO, COSTUME DA BAGNO E LIBERTA’ DI VESTIRSI.
(22 agosto 2016)

ROMA. «L’estate – diceva uno slogan pubblicitario di alcuni anni fa – è la stagione più tollerante!» A me pare,
invece, che sia quella in cui emergono delle intolleranze dal sapore ancestrale.

andiamo con ordine: la settimana scorsa il Primo Ministro francese Manuel Vals è sceso in campo, lancia in resta
contro il burkino, spingendosi a dire che è in contrasto coi valori di laicità in vigore in Francia.

Giustificate, dunque, le multe che alcuni sindaci della Costa Azzurra, tra cui quello di Nizza, hanno inflitto ad
alcune donne che, impavide, lo indossavano in spiaggia a pochi metri da altre che sfoggiavano, altrettanto
impavidamente, il seno scoperto.

Oggi, leggo sul Corriere della Sera che al confine tra Friuli-Venezia Giulia e Slovenia si è tenuto il pride
naturista: qualche decina di persone, perloppiù provenienti dall’estero, hanno sfoggiato la propria nudità
adamitica, suscitando la reazione di qualche abitante poco entusiasta d’avere come vicini degli umani senza veli.

In Francia, ci si batte contro il burkino, abito che copre integralmente il corpo femminile, in Friuli contro il
nudo integrale che lo lascia interamente scoperto.

Nel mezzo ci sta il buon vecchio costume, nelle sue varie fogge: eppure anche lui ha dovuto combattere le sue
eroiche battaglie.

Prima di tutto, a fine anni Quaranta, fece scandalo la comparsa del bikini, poi
negli anni Settanta ed Ottanta le ragazze rivendicavano il diritto di togliersi in spiaggia il pezzo di sopra e
qualcuna di loro fu giudicata da qualche pretore d’assalto perché aveva violato il comune senso del pudore.

Detto che tra i valori della civiltà occidentale, vi è anche la libertà di decidere cosa mettersi addosso, tenuto
conto del contesto in cui ci si trova (nessuno andrebbe ad un matrimonio in canottiera ed infradito o al mare in
smoking), probabilmente ciò che reca scandalo, ancora nel 2016 è il corpo umano.

Eppure, bello, brutto, grasso, magro, giovane, anziano, è il nostro marchio di fabbrica e tutto sommato ne dovremmo
andare orgogliosi, perché insieme al nostro intelletto, dà il segno ed il senso di ciò che siamo e di ciò che
vogliamo rappresentare.

E’ la nostra persona ed è una delle cifre della nostra personalità e non dovrebbe davvero menare scandalo.
PIER LUIGI GIACOMONI

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